Convegno sul Terzo settore, il lamento delle reti associative: “Col governo dialogo inesistente” (video)
“Sul Pnrr con il governo il dialogo è praticamente inesistente”: dai presidenti delle reti associative le voci critiche sono pressoché unanimi. L’occasione è data dal convegno dal titolo ‘Terzo settore in Europa, esperienze e prospettive’, promosso dall’Ecr party e dall’Asi, in corso a Roma.
La tavola rotonda pomeridiana dal titolo “Next generation, Eu, terzo settore e Pnrr: l’associazionismo fattore di sviluppo economico e sociale”, è stata introdotta dall’intervento in remoto dal senatore di FdI, Giovan Battista Fazzolari. «Veniamo da dieci anni di gravissima crisi economica, poi la pandemia e adesso la guerra. E’ chiaro che diventa un quadro dove sono saltati tutti gli equilibri che conoscevamo. E’ saltata la rete di compensazione. Il terzo settore è diventato più importante che in passato», ha premesso il responsabile del programma di Fratelli d’Italia.
Fazzolari (FdI): “Faremo la nostra parte perché le risorse del Pnrr vengano utilizzate”
«Dati allarmanti con quasi 6 milioni in povertà, in un quadro come questo la rete del terzo settore. Secondo il Cnel il terzo settore rappresenta il 5% del Pil. Nel Pnrr sono dedicati 11 miliardi, poco meno del 6 per cento del Pnrr», tuttavia «solo nel 2021 noi abbiamo già accumulato un ritardo clamoroso, solo un terzo delle risorse è stato utilizzato. Questo è un ritardo inaccettabile ed è uno scandalo quando i ritardi riguardano anche il terzo settore. Qui dobbiamo fare un gioco di squadra. E noi, sul versante politico faremo la nostra parte. L’associazionismo – ha proseguito Fazzolari – è nelle corde del pensiero conservatore».
Perissa propone una giornata di protesta del Terzo settore
Da parte dei presidenti delle reti associative intervenuti alla tavola rotonda moderata da Gianni Alemanno, responsabile del terzo settore di Asi, vi è stata unanimità di critiche al governo. Da Vincenzo De Bernardo di Federsolidarietà che ha puntato il dito contro una burocrazia micidiale e sugli sprechi. «Serve uno snellimento dei meccanismi amministrativi e poi bisogna spostare i soldi dagli sprechi come il reddito di cittadinanza e la linea dei servizi sociali, bisogna che le persone si guadagnino il pane».
Molto critico anche Carlo De Falco, presidente dei Gruppi ricerca ecologia: «Il ministro Cingolani si è scelto nell’ambito dell’ambientalismo i suoi interlocutori, il terzo settore orientato verso le tematiche ambientali è stato trascurato dal governo».
«Un piano pensato all’interno dei ministeri che dà protagonismo agli enti locali. Ma nonostante le buone intenzioni- osserva Francesca Coleti dell’Arci – non si sono colte le esigenze locali e i bisogni specifici». Per poi concludere con un allarme. «Abbiamo il Mezzogiorno che si sta svuotando di giovani. Se non riusciamo a trattenere i giovani, perdiamo una risorsa. Ricordo che il Pnrrr puntava su giovani, sud e donne, non dobbiamo perderlo di vista».
Un’occasione persa anche per Diego Dutto, direttore di LegaCoopsociali che lamenta che «una pubblica amministrazione non può mettere a bando un servizio senza una base d’asta che consenta di pagare un salario minimo dignitoso».
Mentre Marco Perissa consigliere Coni, già presidente dell’Opes incalza gli altri presidenti delle reti associative: «Tutti hanno citato l’assenza di dialogo con il governo prima, durante e dopo il Pnrr. Quando Renzi voleva toccare l’articolo 18, i sindacati scesero in piazza. Ora che c’è bisogno di fare rete e di pretendere ascolto siamo rimasti tutti inerti. Il terzo settore – sollecita Perissa – si faccia sentire anche per una giornata di protesta».