Di Battista sfida Conte: “Se esci subito dal governo potrei tornare nel Movimento”
“Se Conte uscisse dal governo potrei tornare“. Conferenza stampa patetica di Di Maio, non crede a quello che dice“. Due punti- chiave dell’esternazione di Alessandro Di Battista nella quale dopo stronca di brutto la prima conferenza stampa del ministro degli Esteri in qualità di leader di Insieme per il Futuro . “La notizia della scissione nel M5s mi interessa poco. Il movimento è stata una parte importante della mia vita. Ma ho già passato la fase della delusione. In queste ore io sono a Mosca, e mi scrivono attivisti da ogni parte d’Italia. Sono incazzati con Di Maio perché mi dicono che pensa solo agli affari suoi. Non si può essere atlantisti se si è stati eletti sulla base di un programma pacifista ed esplicitamente contrario a ogni politica di armamento. E che intendeva – parola di Di Maio – ‘andare oltre la Nato’”. Così Alessandro Di Battista, ex parlamentare M5s, ora in qualità di “reporter” dalla Russia, si esprime a Tpi.
Di Battista: “Mi scrivono gli attivisti, sono incazzati con De Maio”
“Dibba” conosce bene il ministro degli Esteri. Gli dà del simulatore e dell’opportunista e smaschera quel che secondo lui è il “retropensiero” sotteso a qusta operazione scissionista. “Quella di Di Maio – ripete- è stata una conferenza stampa patetica. Lo conosco bene, Luigi non crede a quello che dice. Fa questa battaglia per tenersi aperta la prospettiva di una carriera politica. La sua e quella di alcuni, tra quelli che l’hanno seguito, che hanno questa priorità. Oggi lo guida lo spirito di convenienza. Evidentemente per lui conta più la carriera delle idee per cui ha combattuto quando guidava il Movimento“.
Di Battista a Conte: “Potrei tornare nel M5S a una sola condizione”
Sapeva come sarebbe andata a finire, ammmette Di Battista: “Ormai ero certo che sarebbe uscito dal M5s. Da quando ha iniziato a scusarsi per tutte le sue scelte, per cercare di ricostruirsi una nuova identità più istituzionale. Erano scuse preparatorie dello strappo, si vedeva lontano un miglio”. Quanto agli errori del Movimento da cui si distaccò ini apeta polemica è caustico: “entrare nell’ esecutivo Draghi è stato l’errore più grave di tutti”, scandisce. Che futuro prevede per il M5S? “Non so se il Movimento sia finito- si interroga anche lui- .”Potrebbe avere una possibilità se saprà fare delle scelte scomode, difficili e radicali, come quelle controcorrente su cui nacque. Potrei riavvicinarmi al Movimento, ma ad una condizione, che è l’unica accettabile per i tanti delusi (me per primo) di queste ore: uscissero dal governo e facessero opposizione”.
“Per quattro poltrone da ministro ci siamo ridotti…”
Propone una tempistica Di Battista: fate presto. “Lo strappo – dice- andrebbe fatto subito, ora, prima dell’estate. Non può essere una svolta dell’ultima ora, magari poco prima del voto. Mi siederei al tavolo con Conte se uscisse dal governo prima dell’estate. Anche se sedersi non significa rientrare”. Fa il “prezioso” Di Battista. “A mio avviso il governo Draghi è stato l’errore più grave di tutti. Non è un caso che su quella scelta io abbia lasciato il Movimento. Con il senno di poi sono ancora più convinto: una delle decisioni più lucide della mia vita. Per quattro poltrone da ministro ci siamo ridotti a fare i portatori d’acqua altrui. Se il Movimento avesse detto no, oggi Draghi se ne starebbe a Città della Pieve e questo sarebbe stato sicuramente meglio per il popolo italiano. Il principale artefice di quel governo è stato Beppe Grillo. E in pochi hanno avuto il coraggio di contrastarlo. Io gli parlai e gli dissi: ‘Beppe, si tratta di un suicidio per il Movimento’. Lui mi rispose che ero troppo negativo”.
“Di Maio farà una cosa centrista draghiana con tutti a bordo…”
Torna su Di Maio e dice: “Coloro che lo hanno seguito sono tanti, ma mi aspettavo anche questo: Luigi ha delle capacità politiche. Ha sempre avuto un seguito nel gruppo parlamentare: ma questo non significa che le stesse opinioni siano rappresentative di quelle che hanno gli elettori”. “Il giochetto piace a tutti. Nessuno di loro, oggi, vuole abbandonare il proprio posto nel Palazzo. Il limite del secondo mandato è una regola che funziona, come sapeva bene Gianroberto Casaleggio.”Non mi sogno di dire che chi sta con Di Maio pensa alla poltrona e chi resta con Conte no. Anzi. Tuttavia fra molti di quelli che seguono Luigi c’è questa angoscia del futuro che pesa sulla decisione”. Il futuro di Ipf? Una grande ammucchiata, profetizza. “Di Maio prenderà parte alla costruzione di un soggetto più grande, una cosa centrista draghiana. Me la immagino con tutti a bordo, da Giorgetti a Vincenzo De Luca. E magari la Carfagna leader. Anche Renzi, fra trasformisti ci s’intende”.