Dopo la delusione dei ballottaggi il centrodestra deve fare chiarezza sulla Sicilia. La strategia di FdI
Dopo la vittoria del primo turno, la delusione ai ballottaggi. E ora è il momento delle analisi serie e non dello scambio di accuse. Evidentemente invocare l’unità della coalizione non è sufficiente, occorre dimostrare sul campo che esiste una compattezza di intenti e la Sicilia sarà il prossimo banco di prova.
Il centrodestra e il caso Sicilia
Giorgia Meloni – scrive Mario Ajello sul Messaggero – “forte del successone del suo partito due settimane fa, aspettava la vittoria a Verona, e almeno in altre due città simbolo di questa tornata, per mettere la ciliegina sulla torta. Invece, niente di niente. «Se continuiamo così, c’è da stare molto attenti…», queste le prime reazioni in casa FdI, dove l’allarme è il seguente: «Dobbiamo fare chiarezza, molta chiarezza, nella coalizione. Così non si può andare avanti e serve dare ai cittadini una impressione di coerenza e di compattezza». Dunque, Giorgia tornerà a chiedere a Salvini e a Berlusconi di lasciare il governo Draghi. E si propone come nuovo collante dell’alleanza”. C’è da sperare che Salvini, il vero sconfitto di questa tornata amministrativa, si convinca a fer il gran passo e a mollare il governo Draghi.
Sicilia, FdI potrebbe proporre Stancanelli al posto di Musumeci
Il nodo da sciogliere subito è poi, appunto, quello della Sicilia. Fratelli d’Italia – scrive ancora Il Messaggero – intende parlare chiaro agli alleati su questo spinoso tema. “Volete o non volete, cari colleghi, Nello Musumeci? Non lo volete? Io non mi impunto – afferma una immaginaria Meloni nell’analisi del quotidiano – ma abbiamo pronto Raffaele Stancanelli e se rifiutate anche lui significa che avete una preclusione contro qualsiasi nome di FdI e allora sarà rottura anche in Lombardia (scordatevi il bis di Fontana) e dappertutto. Questa disfatta, in cui Giorgia perde molto meno di Salvini, rischia di rendere ancora più precario insomma il centrodestra come lo abbiamo conosciuto finora”.
Il nuovo bipolarismo Meloni-Letta
Da sottolineare, in ogni caso, che anche sul fronte avversario le cose non vanno meglio. Anche lì a vincere è solo il Pd. Nullo l’apporto degli alleati. Una circostanza che rafforza l’ipotesi di un nuovo bipolarismo che si profila all’orizzonte: non più centrodestra contro centrosinistra, ma FdI contro Pd. Meloni contro Letta. Il segretario dem lo sa bene e perciò in ogni intervista puntualizza che farà di tutto per non far vincere la “cattiva” Meloni che, nell’immaginario costruito ad hoc dai media, è colei che nega i diritti. Mentre al Nazareno ci si concentra sulle battaglie identitarie (ius soli, ddlZan) che certo non sono utili per amministrare bene le città ma evidentemente fanno breccia in quei (pochi) elettori che si sono recati alle urne per i ballottaggi.