Novità su Emanuela Orlandi ma la famiglia denuncia: “Papa Bergoglio non ci convoca per sentirle”
Ci sarebbero nuove rivelazioni sulla sparizione di Emanuela Orlandi, informazioni da condividere e da verificare con il Vaticano, notizie delicatissime che la famiglia della ragazza scomparsa e mai ritrovata, 39 anni fa, il 22 giugno del 1983, non riesce a far avere al Santo Padre, che avrebbe – per adesso – rifiutato un incontro. Lo rivela oggi il quotidiano “Repubblica”, che parla di una missiva inviata lo scorso febbraio all’avvocato Laura Sgrò, che rappresenta la famiglia di Emanuela Orlandi, nella quale si manifesta l’interesse del Pontefice, affinché «venga fatta luce sul caso» , ma a cui non è seguito nulla, nessuna convocazione, nessun incontro.
Emanuela Orlandi e quella pista del cimitero Teutonico
“L’ufficio del promotore di giustizia a cui è stato chiesto di fissare un incontro da parte della legale, dopo la lettera di Bergoglio, non ha ad oggi dato alcuna risposta…. Le nuove rivelazioni in possesso del fratello ruotano attorno al cimitero Teutonico. Proprio qui vennero aperte due tombe a luglio del 2019 da parte dei pm della Santa Sede, nonostante la famiglia ne avesse indicato solo una. Il sepolcro suggerito dalla fonte di Pietro era vuoto. Tuttavia al suo interno la tomba conteneva una sorta di camera segreta, un ampio vano sotterraneo di 4 metri per 3,70 di recente costruzione. Ma quando l’avvocata Sgrò, dopo la scoperta, chiese informazioni sulla storia di quella stanza, non ricevette alcuna risposta dagli inquirenti del Vaticano….”, scrive Repubblica.
Il Papa manifesta interesse ma poi non convoca la famiglia
Ma la famiglia di Emanuela Orlandi insiste sul cimitero Teutonico che avrebbe custodito i resti, o qualche oggetto della ragazza, e di nuovi elementi a disposizione avrebbe messo a conoscenza il Papa, che rispose così, nel febbraio scorso: “Faccio seguito alla lettera del 28 novembre del 2021con la quale ella informava circa l’attività di indagine svolta su Emanuela e su alcuni nuovi elementi in suo possesso, mai emersi, che potrebbero permettere di accertare la verità. Il comune interesse di voler fare luce sul caso ha orientato da sempre la nostra azione e pertanto sarebbe opportuno che tali elementi siano condivisi con il tribunale dello Stato Vaticano “.
Da allora, però, nessuna convocazione è arrivata da Papa Bergoglio.