Fonti russe: «Possibile uno sblocco del grano da Odessa: piano concordato con Kiev e Ankara»
Il governo russo potrebbe consentire alle navi cariche di grano di lasciare il porto di Odessa, in Ucraina, allentando un blocco che ha provocato forti tensioni sui mercati e agitato lo spettro di carestie per le popolazioni dei Paesi meno sviluppati. Lo scrive il giornale russo Izvestia, citando ambienti vicini al Cremlino. Mosca, secondo quanto riferito, avrebbe concordato con Kiev e Ankara un piano per agevolare le spedizioni di grano da Odessa, finora oggetto di un blocco navale.
L’ipotesi dello sblocco del grano da Odessa e il ruolo della Turchia
Nelle acque territoriali ucraine, si legge nell’articolo, «i militari turchi si farebbero carico dello sminamento dei corridoi marittimi e scorterebbero anche le navi fino alle acque neutrali». Venerdì scorso il presidente russo Vladimir Putin aveva negato che la Russia fosse responsabile del balzo dei prezzi del grano, affermando di essere disposto a facilitare le spedizioni via mare. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è atteso mercoledì ad Ankara per colloqui sulla questione.
Coldiretti: «Consentirebbe di salvare 53 Paesi dalla carestia»
L’apertura di un corridoio per far uscire le navi cariche di grano da Odessa, secondo quanto riferito dalla Coldiretti, può essere importante per «salvare dalla carestia quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione e risentono quindi in maniera devastante dall’aumento dei prezzi dei cereali causato dalla guerra, ma anche per ridurre l’inflazione in quelli ricchi». «Con il via libera alla partenza delle navi cargo – ha sottolineato ancora l’associazione – si libera lo spazio nei magazzini per accogliere i nuovi raccolti di grano in arrivo tra poche settimane per un quantitativo di stimato di 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione, che collocano comunque l’Ucraina al sesto posto tra gli esportatori mondiali di grano».
La guerra, ha quindi ricordato Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga, coinvolge gli scambi di oltre un quarto del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16% sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate).