Gazprom taglia ulteriormente le forniture all’Italia: da oggi il gas russo ridotto del 50%
Sul mercato del gas la situazione precipita di ora in ora. Stamattina Mosca ha letteralmente dimezzato le forniture di gas russo verso l’Italia. A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 milioni di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto. Lo comunica Eni.
“Da ieri (mercoledì, ndr.) Gazprom ha annunciato una restrizione dei flussi di gas. Questa restrizione è stata calcolata sulle capacità totali e ieri è stata circa del 10%. Sta di fatto che stiamo ricevendo meno gas e questo impatta non tanto sulle nostre attività giornaliere quanto sugli stoccaggi”, spiegava nelle scorse il ministro Cingolani. Le motivazioni alla base della riduzione dei flussi, sottolineava, “possono essere tecniche ma anche di pressione politica. Ora noi stiamo monitorando costantemente con gli operatori i flussi e se dovesse trattarsi di una cosa contingente, di uno o due giorni, allora l’emergenza rientra. Se invece dovesse rientrare in una dimensione stabile, per metà della settimana prossima, abbiamo tutti i nostri operatori pronti ad intervenire”.
Gas russo dimezzato, Draghi: “Mosca fa un uso politico delle forniture”
La chiusura dei rubinetti del Nord Stream – principale rotta di esportazione dalla Russia, che ormai funziona al 40% della capacità – ha provocato un prevedibile effetto domino che sta travolgendo l’Europa intera, alimentando un poderoso e rapidissimo aumento dei prezzi dell’energia.
“I motivi per i tagli di forniture che colpiscono un po’ tutta l’Europa ci viene detto sono tecnici, una delle spiegazioni è che la manutenzione è difficile a causa delle sanzioni. Da parte della Germania e nostra e di altri riteniamo che queste siano bugie, che in realtà ci sia un uso politico del gas, come c’è un uso politico del grano”, aveva detto ieri il premier Mario Draghi, parlando a Kiev dopo l’annuncio della riduzione della fornitura all’Italia da parte di Gazprom.
In un’intervista di pochi giorni fa a “Repubblica”, Cingolani aveva sintetizzato con un paragone l’affrancamento dal gas russo. «Se ho una casa decrepita, faccio bene a sognare e progettare una casa nuova. Ma nel frattempo dove dormo? Finiamola con queste semplificazioni che non sono oneste nei confronti dei cittadini. Noi importiamo 30 miliardi di metri cubi dalla Russia ogni anno, anche se ci mettessimo a correre come dei matti sulle rinnovabili non potremmo rinunciarci subito. Non avremmo un’alternativa». E il taglio di oggi del 50% non fa dormire sonni tranquilli.