Il Dna e il braccialetto elettronico confermano l’identità di Bochicchio: morto per i traumi
È di Massimo Bochicchio il corpo carbonizzato in seguito all’incidente in moto avvenuto domenica in via Salaria a Roma.
Lo ha confermato il test del Dna disposto dalla Procura di Roma che ieri ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di istigazione al suicidio, necessario per poter disporre gli accertamenti tecnici e medico legali sul cadavere del broker che era alla guida della moto Bmw schiantatasi contro il muro perimetrale dell’aeroporto dell’Urbe.
Ci sono, peraltro, anche i resti del braccialetto elettronico trovati sul luogo dell’incidente a confermare che il corpo carbonizzato in seguito a un incidente in moto su via Salaria è proprio quello di Massimo Bochicchio.
Il broker era finito sotto processo a Roma per riciclaggio e abusiva attività finanziaria in seguito alle denunce presentate anche da alcuni vip e personaggi dello sport. E, per questo, era agli arresti domiciliari e aveva un permesso per poter uscire, con il braccialetto elettronico, due ore al giorno.
Gli inquirenti non nutrivano comunque dubbi sull’identità del cadavere.
Risposte, invece, sulle cause della morte, sono attese dall’autopsia disposta dai magistrati di piazzale Clodio e affidati ai medici legali della Sapienza.