La cruda ironia di Marco Giallini contro chi è in preda ai social: “Ma che t’è morta la maestra?”

28 Giu 2022 18:33 - di Fortunata Cerri
Marco Giallini

«Lo scontro generazionale? È stato annullato dai social. Oramai sono tutti in preda ai social, dai 15 ai 70 anni… ma io sui social ci piscerei sopra!». Non usa mezzi termini l’attore Marco Giallini, a Taormina per l’anteprima del film La mia ombra è tua – tratto dal romanzo di Edoardo Nesi edito da La Nave di Teseo e diretto da Eugenio Cappuccio, con Giuseppe Maggio e Isabella Ferrari fra gli interpreti principali, produttore Domenico Procacci – nell’ambito del “Tao Film Fest”, che da domani sarà in duecento sale cinematografiche.

Marco Giallini a Taormina

Il lungometraggio, che potrebbe anche inserirsi nella categoria dei film “on the road” anche se potrebbe apparire riduttivo, si basa sul rapporto fra un “vecchio ancora giovane” e un “giovane già vecchio”, ovvero uno scrittore di grande fama ma che dopo il successo della sua prima e unica opera da 25 anni si è ritirato nella campagna toscana e un ragazzo neolaureato inviato dalla casa editrice nel casolare del romanziere per convincerlo a scrivere il sequel, soprattutto dopo che una influencer ha annunciato sul suo profilo social che lo scrittore ci sta lavorando e ha già pronto il titolo, ottenendo una valanga di “like” e un invito a Milano per presentare, fra la ressa dei follower, il nuovo libro ancora lungi dall’essere scritto.

Il film La mia ombra è tua

«Ho costruito questo personaggio per sottrazione rispetto al romanzo di Edoardo Nesi – spiega Giallini – Ma c’è sicuramente anche qualcosa di me, come accade per tutti i personaggi che accetto di interpretare». Quanto al timbro recitativo, «si prende sempre qualcosa dai grandi attori, lo fa anche chi non è attore nella vita… Riecheggiare è normale, ma in questo film io non sono nemmeno un romano e almeno spero che il mio accento romanesco non mi tradisca, magari al nord non se ne accorgono…».

«Sono un “umanista”»

Sul set, riconosce senza false modestie, «abbiamo fatto un bellissimo lavoro e io mi sono divertito, è stata una bella emozione per me, direi un colpo al cuore. Mi dicono che oggi sono molto amato dal pubblico? Perché? Beh, perché me lo merito!», risponde con una risata mettendo al bando ogni falsa modestia.

«E del resto, fino a 28 anni avevo fatto solo la terza media, ora invece sono laureato in Lettere, sono un “umanista”; e mi piace combattere tutti i luoghi comuni. A cominciare dai social, dai brand, dai follower, dai like. A tanti che scrivono e postano foto, che sono in preda a questi social, mi verrebbe da chiedere con la cruda ironia romanesca: “ma che t’è morta la maestra?”, anzi ancora meglio: “ma che da piccolo t’hanno cullato vicino ar muro?”…».

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