La mazzata di Feltri sugli esami di maturità: “Sono una boiata, riempiono la testa di banalità. Aboliamoli”
Che quella di Vittorio Feltri sia una voce fuori dal coro, non è certo una novità. La peculiarità delle sue analisi, semmai, sta spesso più nel argomentare e documentare con fatti e richiami la ovvietà di situazioni e argomenti, tanto da rendere la disamina alternativa e originale pur partendo dalla ovvietà di talune dissertazioni – impossibile da eludere quando si commentano certe tematiche – e senza mai scivolare sulla buccia di banana del qualunquismo tout court. Ebbene, questa sua singolare dote oratoria – spesso condita di espressioni colorite e non avulsa da risoluzioni conclusive sui generis – è la stessa che il direttore rispolvera oggi affrontando l’abusata quaestio esami di maturità…
Vittorio Feltri sugli esami di maturità
Non è un mistero che Feltri sostenga da tempo che il fatidico esame di maturità debba essere abolito. Ma oggi il direttore editoriale di Libero, torna sull’argomento in un video postato sul quotidiano che dirige con una riflessione irriverente, quanto divertita, sullo stato dell’arte. Un quadro viziato da riforme mancate, inutili barocchismi che ammiccano all’era digitale, e aggiustamenti ininfluenti, che Feltri smonta con leggerezza e bordate che lasciano il segno, comunque la si pensi a riguardo.
«Fermi alla Riforma Gentile (che era un genio), ma erano anche altri tempi»…
«Sul finire della primavera e all’inizio dell’estate, come tutti gli anni, scattano gli esami di Maturità», esordisce il giornalista nella sua dissertazione video. «Tutti i giornali ne parlano, si illustrano novità che non ci sono mai o che peggiorano la situazione. Ma come mai – si chiede curiosamente il direttore – dopo tanti anni, dal 1923, si fanno esami che furono decisi dalla Riforma Gentile? Giovanni Gentile (Ministro della pubblica istruzione del governo Mussolini) era un genio – sottolinea Feltri – però erano altri tempi»…
Feltri lapidario: «L’esame di maturità è una boiata». E spiega il suo perché
Quindi prosegue: «Ora io mi domando, un ragazzo ha studiato per cinque anni, se tutti gli anni è stato promosso, non vedo per quale motivo si dovrebbe dubitare della sua preparazione, così come della capacità degli insegnanti, che l’hanno trascinato fino al termine del percorso di studi. L’esame di Maturità è una boiata, che mette in subbuglio le famiglie e i ragazzi, che hanno già fatto il loro percorso. Servono cinque anni per capire che un giovane è un deficiente? Insomma, facciamola finita con questo esame, che ci ha riempito la testa di banalità»…
Intanto, ai blocchi di partenza, 1 studente su 5 si sta attrezzando per copiare
Non solo. Viene da aggiungere, soprattutto in considerazione del fatto che, qualunque sia la riformulazione possibile degli esami di maturità, fatta la legge, come sempre si trova l’inganno, di fronte la paura dell’incognito. E allora, anche quest’anno – come sempre, da che mondo è mondo – il ritorno degli scritti agli esami di maturità si fa sentire eccome. E la paura della variabile indecifrabile, dopo due anni di pausa delle prove collettive, sta spingendo tantissimi ragazzi a mettere in piedi, oltre al normale ripasso, un “piano b” da attuare se le cose non dovessero andare nel verso giusto.
Maturità, non solo Feltri: il sondaggio di Skuola.net la dice lunga
Una strategia che si può riassumere in una sola parola: copiare. A segnalarlo, allora, è un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net a pochi giorni dal via, realizzato interpellando 1.500 maturandi. Circa 1 studente su 5, infatti, proprio in queste ore, si sta attrezzando per “aiutarsi” in caso di difficoltà. E se, tra loro, oltre il 60% lo sta facendo più che altro per sentirsi tranquillo, tutti gli altri sono certi che dovranno effettivamente far ricorso ad appunti, foglietti e similari. E la domanda che si pone Feltri torna prepotentemente alla ribalta: «Cui prodest?» («a chi giova?»). Insomma, a che serve tutto ciò? Tanto per rimanere in materia di classici e rispolverare un must come Seneca…