Landini ci riprova con la patrimoniale. Belpietro lo fa a pezzi: ecco perché «l’ideona» fa solo danni
Stavolta a proporla è stato Maurizio Landini, con il pretesto di aumentare i salari, che negli ultimi anni hanno registrato una diminuzione. Così la patrimoniale, in questo caso mirata alle rendite finanziarie, torna nel dibattito politico, trovando la sinistra politica pronta ad applaudire. L’aumento delle tasse sulle rendite è «un’ideona», come l’ha definita Maurizio Belpietro nel suo editoriale di oggi su La Verità, che va incontro ai desiderata di Bruxelles, ma che già in passato ha dimostrato di essere un rischio, più che un vantaggio per la nostra economia.
Landini chiede la patrimoniale, la sinistra applaude
Landini, che lanciato la sua proposta in un’intervista a La Stampa, ha rifiutato di chiamarla patrimoniale, parlando piuttosto di un «modello fiscale in cui tutti pagano in base a quello che percepiscono». «Le rendite finanziarie e gli utili sono tassati la metà rispetto a lavoratori e pensionati, cioè quelli che la ricchezza la producono davvero. Chi ha di più deve contribuire di più», ha detto, ricevendo gli applausi del segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e del deputato di Leu, Stefano Fassina.
Ogni argomento è buono per chiedere l’aumento delle tasse
Intanto c’è, in questa impostazione, un peccato originale che Belpietro non manca di sottolineare: «Invece di interrogarsi sulle ragioni per cui il Pil italiano non cresca e perché le aziende facciano fatica a restare a galla, (Landini, ndr) propone di ridurre le tasse aumentandole». Un vecchio vizio della sinistra, che affligge non solo le estreme, ma anche il Pd il cui segretario Enrico Letta periodicamente rilancia l’idea di una patrimoniale per finanziare questa o quella idea. L’apice dell’assurdo si toccò con la proposta di andare a aumentare la tassa di successione per finanziare la “paghetta” a pioggia ai giovani, la “dote” la chiamava lui. Il caso più recente, invece, è quello della patrimoniale mascherata nella riforma del catasto, di cui Letta è stato strenuo difensore.
I rischi connessi all’aumento dei balzelli sulle rendite finanziarie
Belpietro si sofferma, però, anche sugli effetti pratici nefasti che le varie patrimoniali, da quelle sulle rendite a quelle sulla casa, portano con sé. Per quanto riguarda le prime, il direttore de La Verità ricorda che anche altri governi hanno agito in quel campo «e non sempre con esito positivo». Inoltre, «i ricavi potrebbero non essere sufficienti a consentire un vero aumento delle retribuzioni». Infine, «la tassazione delle rendite finanziarie potrebbe indurre le persone a dirottare i propri investimenti verso altri con un’imposizione più favorevole».
La patrimoniale sulla casa: Belpietro paragona Landini e Monti
Quanto poi agli immobili, «se l’obiettivo del compagno Landini è colpire la cedolare secca, la conseguenza più probabile potrebbe essere un crollo del mercato immobiliare, con gli effetti che si possono immaginare». «Perfino il Fisco, alla fine, potrebbe rimetterci, in quanto se si fermasse il mercato immobiliare perderemmo un pezzo di Pil», avverte Belpietro, ricordando il precedente di Mario Monti, «il professore a cui Angela Merkel e Nicolas Sarkozy chiesero di fare i compiti a casa» e che «da bravo scolaretto varò una patrimoniale sulla casa degli italiani, senza fare differenza fra prima e seconda».
Con il risultato di ottenere un «crollo delle compravendite (e dunque anche delle imposte legate agli acquisti)» e un «blocco delle nuove costruzioni (e perciò drastico calo del fatturato delle imprese edili)», oltre a un complessivo«effetto di deprimere un’economia che non si era ancora completamente ripresa dalla crisi del 2008». Dunque, conclude Belpietro, «la ricetta di Landini rischia di fare altrettanti danni».