Leader avvisato, mezzo salvato. Pera: «Caro Salvini, chi è contro la Nato non va al governo»
«Non stare insieme oggi è un suicidio politico, che rischia di arrivare con effetti negativi fino alle prossime politiche». A parlare, in un’intervista all’AdnKronos, è l’ex presidente del Senato Marcello Pera. L’obiettivo è scuotere il centrodestra, esortando «Salvini, Berlusconi e Meloni a parlarsi il prima possibile». Di più: «Devono arrivare a una riflessione comune per da vita a un programma di centrodestra realizzabile». Per il filosofo di Lucca, tra gli intellettuali più ascoltati nello schieramento di centrodestra, c’è però un nuovo e grande ostacolo da rimuovere: la politica estera. «È il punto discriminante – spiega Pera -, perché sui temi fiscali e sulle politiche interne c’è di fatto una linea comune, ma non basta. C’è un tema invece, che è quello della fedeltà atlantica e occidentale, che non dovrebbe essere messo in discussione…».
Così Pera all’Adnkronos
La frecciata è rivolta a Salvini. «Non si può pensare di governare il Paese con posizioni di quel tipo in politica estera – avverte l’ex-presidente del Senato -. Spero che ci sia una riflessione da parte del leader della Lega. Mai mi sarei aspettato che la collocazione atlantista sarebbe stata messa in discussione. Non capisco davvero cosa stia facendo Salvini». Sul tema della guerra in Ucraina, rileva ancora Pera, «anche Forza Italia, per bocca dello stesso Berlusconi ha avuto tentennamenti». Ma, aggiunge, «Berlusconi può ribadire il suo punto di vista e cambiare la sua posizione, ma alla fine la barra la tiene dritta, atlantista e filo occidentale. Non è certo lui il problema, lui decide la linea del partito azzurro».
«Nessun rischio per Draghi»
A giudizio di Pera, tuttavia, il tema della politica estera non è destinato a creare problemi a Mario Draghi. Nessun rischio, dunque, per il governo da lui presieduto. Neppure in vista del dibattito al Senato del 21 giugno sulle sue comunicazioni sulla guerra, cui molto probabilmente seguirà un voto dell’aula. «Penso – dice Pera con riferimento all’appuntamento di Palazzo Madama – che alla fine non ci saranno sorprese, non succederà nulla. Salvini non voterà contro la posizione del governo, perché sarebbe la fine dell’esecutivo Draghi. E chi si assumesse una tale responsabilità – conclude – verrebbe additato come traditore dell’interesse nazionale, cosa che credo neanche Conte voglia».