Letta sogna di diventare il nuovo Prodi. Ma Parisi lo gela: «Il suo ruolo lo avvicina più a D’Alema»
«Come dissentire?». Risponde così Arturo Parisi, il più prodiano tra i prodiani, quando l’Adnkronos gli chiede del richiamo al modello Ulivo ribadito ancor oggi in un’intervista da Enrico Letta. A suo giudizio, il segretario dem «fa bene a gioire per il successo del centrosinistra nell’ultimo turno di elezioni amministrative». Così come «fa bene ad investire sulla maggiore capacità coalizionale dimostrata». A questo punto, parafrasando Lubrano di Mi manda RaiTre, l’interrogativo sorge spontaneo: è Letta il nuovo Prodi? «Perché no?», acconsente in un primo tempo Parisi, per poi aggiungere una postilla che fa la differenza.
Parisi intervistato dall’Adnkronos
Eccola: «La sua condizione di segretario, più che la parte di Prodi, lo porterebbe invece a fare, certo a modo suo, quella che fu di D’Alema». E scusate se è poco. Che diventa addirittura tantissimo se a tanto aggiungiamo le riserve che il super-prodiano nutre verso i l’attuale Rosatellum elettorale. Il Negus (nomignolo affibbiatogli simpaticamente proprio da D’Alema) è infatti un pasdaran del maggioritario. Al punto da sostenere che senza maggioritario non ci sarebbe stata la coalizione dell’Ulivo. E questo spiega perché risponde con un laconico «ci si deve provare» alla domanda se oggi se ne possa mettere in piedi una che vada da Calenda a Conte. Tanto più, avverte, che una cosa è il doppio turno dei sindaci, altra è la competizione politica nazionale.
«Le elezioni politiche non prevedono doppi turni»
Quest’ultima, a suo giudizio, è «spinta com’è da una tendenza al ritorno al proporzionale alla quale proprio il Pd ha dato purtroppo un contributo sempre più determinante». Ma – gli fanno notare – l’attuale Rosatellum conserva comunque un terzo di collegi maggioritari. Parisi resta scettico. «È vero – sottolinea Parisi – che la quota proporzionale del Mattarellum bastò a imporre la sua logica proporzionale ad un sistema prevalentemente maggioritario. Ma immaginare all’opposto che la quota maggioritaria del Rosatellum riesca ad imporre una logica maggioritaria ad un sistema proporzionale è a mio parere poco più che una illusione». E qui torniamo a bomba: senza maggioritario non c’è Ulivo. E senza Ulivo non c’è Prodi. Morale: Letta è solo la versione moderata di Baffino D’Alema. Parola di Negus.