L’Ue impone il caricabatterie universale. Il Codacons: “Rischia di diventare una fregatura per gli utenti”

7 Giu 2022 18:58 - di Davide Ventola
caricabatterie universale (1)

I negoziatori del Consiglio e del Parlamento Europeo hanno raggiunto a Strasburgo un accordo sulla direttiva Ue sul caricabatterie unico per telefonini, tablet e altri apparecchi elettronici, in pratica la revisione della direttiva sugli equipaggiamenti radiofonici. Lo comunica la commissione Imco, via social.

Nell’annunciare su Twitter l’intesa fra istituzioni europee, il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton (nella foto Ansa) spiega che con un dispositivo unico per device diversi ci saranno “più risparmi per i consumatori europei e meno spreco per il pianeta”. Per Breton “ha prevalso l’interesse comune dell’Unione europea” .

Il caricabatterie universale “rischia di trasformarsi in una colossale fregatura per gli utenti, con la misura che potrebbe causare un rincaro generalizzato dei prezzi dei prodotti elettronici”. Lo afferma il Codacons, dopo l’accordo sul caricatore universale raggiunto dalle istituzioni europee.

“Il rischio concreto è che le grandi società di elettronica e telefonia compensino i minori guadagni legati alla vendita dei caricatori con un aumento generalizzato dei listini di smartphone, tablet e altri prodotti elettronici, scaricando così sulla collettività il costo della misura decisa dall’Ue” spiega l’associazione. “Un fenomeno che andrebbe ad aggiungersi a quello della obsolescenza programmata di elettrodomestici e beni elettronici, già più volte denunciato dal Codacons, e che produce un danno milionario agli utenti”.

Caricabatterie universale, preoccupato anche il presidente Unc

Così come fatto col caso della obsolescenza, il Codacons “vigilerà sul comportamento degli operatori, e denuncerà ad Antitrust e Procure qualsiasi rincaro speculativo dei listini o illecito a danno dei consumatori” conclude la nota.

Dopo oltre 10 anni di discussioni – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – speriamo che stavolta sia la volta buona. Sia chiaro, però, che attendiamo i fatti e la concreta attuazione di questa nuova direttiva. Insomma, non ci crediamo finchè non lo vediamo”.

“Non vorremo, infatti, che nel frattempo ci fossero rinvii all’italiana o che i costi di questa transizione fossero fatti pagare ai consumatori con gli interessi. Saremo comunque pronti a denunciare all’Antitrust europeo eventuali intese restrittive della concorrenza o abusi di posizione dominante” conclude Dona.

 

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