M5S, Sabatini (Rousseau): «Di Maio indebolisce Conte e gli procura pure un danno economico»
Il M5S? «Conte sconterà l’incapacità di un raccordo centro-periferia. Avrà un grosso problema perché moltissimi consiglieri regionali e comunali passeranno con Luigi». Lo dice all’Adnkronos Enrica Sabatini, socia dell’Associazione Rousseau e compagna di Davide Casaleggio, commentando la scissione di Luigi Di Maio. «Proprio perché nel partito di Conte non c’è spazio per la periferia. Ha pensato che col suo ruolo di ex premier potesse costruire un’organizzazione ma il controllo non l’ha mai avuto e il primo errore è stato proprio tagliare Rousseau: così facendo ha tagliato i rapporti con quella periferia che ora Di Maio utilizza. In vista delle elezioni contano i voti sui territori, conta la gente che fa campagna elettorale». Il danno per il M5S è stato «anche economico: Di Maio toglie a Conte forza in Parlamento, forza sui territori e in periferia, e gli toglie potere economico. Tutti gli asset di una organizzazione».
M5S, Sabatini sul contenzioso economico
Sul contenzioso economico tra M5S e Rousseau, Sabatini aggiunge: «Noi abbiamo fatto un sollecito e stiamo aspettando. Abbiamo scritto a Conte e al tesoriere». In merito al ruolo di Beppe Grillo, l’autrice del libro Lady Rousseau poi osserva: «Beppe sconta il fatto di non aver agito nel momento giusto. Se avesse fatto il voto per un organo collegiale, seguendo l’iter che bisognava seguire dopo gli Stati generali, si sarebbe creato un altro percorso della storia».
«Di Battista? Non credo voglia tornare nelle istituzioni»
Se Di Battista tornerà nel Movimento? «Penso che Alessandro abbia trovato il suo modo di fare politica attraverso il suo lavoro. Metterà se stesso in questa attività che lo appassiona. Non credo che lui voglia tornare nelle istituzioni, del resto ha una grande influenza anche fuori dalle istituzioni», dice ancora Sabatini.
«Questa è l’epoca delle piattaforme»
Sui progetti futuri di Rousseau, Sabatini poi aggiunge: «Stiamo studiando, stiamo facendo un’analisi delle nuove prospettive politiche. Nel 2005 Gianroberto Casaleggio immaginò l’idea di movimento al posto di quella di partito. Oggi l’idea di movimento, così come la immaginiamo, è superata. Dovremo intercettare alcune esigenze che i referendum hanno già mostrato. Le persone vogliono dedicarsi a singole battaglie e fanno fatica a identificarsi con un movimento o un partito. Questa è l’epoca delle piattaforme, non a caso si parla di “platform society”. Oggi il potere del cambiamento è fuori dalle istituzioni».