Mariupol, l’ultimo strazio: corpi buttati con le macerie degli edifici. Rischio catastrofe sanitaria

11 Giu 2022 12:45 - di Bianca Conte
Mariupol

«È difficile continuare a parlare di Mariupol, dove prima dell’inizio della guerra vivevano 430mila persone, come di una città». L’incipit del discorso dell’inviato degli Stati Uniti all’Osce, Michael Carpenter, che ha denunciato alla comunità internazionale operato e tragici esiti delle forze russe nelle città ucraine conquistate, dice tutto in una frase. Un “tutto” che racconta l’orrore di questa guerra e la devastazione del suo esteso campo d’azione. I riflettori tornano a puntarsi allora su Mariupol: città bombardata. Ferita. Distrutta e umiliata, dove la ferocia di attacchi e sfregi non ha risparmiato niente e nessuno: civili, bambini, chiese, musei e centri culturali importanti. E dove oggi, a seguito della devastazione, incombe drammaticamente, il rischio di una catastrofe sanitaria.

Ancora orrore a Mariupol: corpi buttati assieme alle macerie degli edifici

L’allarme colera incalza a Mariupol. E certo non aiuta ad arginarlo l’ultimo orrore che il consiglio comunale della città ha denunciato su Telegram e che Ukrinform ha rilanciato. Una notizia agghiacciante, secondo cui i corpi di molte vittime dei bombardamenti a Mariupol verrebbero buttati nelle discariche dagli occupanti russi, assieme alle macerie dei palazzi che li avevano sepolti. «Le case vengono demolite senza essere smantellate. I corpi dei residenti di Mariupol uccisi vengono rimossi assieme al cemento. Poi gli occupanti russi li portano come spazzatura nelle discariche per i rifiuti solidi», afferma il consiglio comunale. Aggiungendo che corpi e macerie sono stati buttati nella discarica di Livoberezhyi. Così come quella in disuso di Prymorskyi.

«Ci sono 50-100 corpi sotto ogni casa distrutta, e i palazzi colpiti sono 1300»…

Secondo il sindaco Vadym Boichenko, le forze occupanti russe avevano inizialmente coinvolto i residenti nello sforzo di rimuovere le macerie dei palazzi bombardati. Ma vi hanno poi rinunciato a causa dell’alto numero di corpi che venivano ritrovati. Ora se ne occupa il ministero delle Emergenze dei filorussi dell’autoproclamata repubblica di Donetsk. «Non cercano nemmeno di recuperare i corpi, semplicemente rimuovono le macerie assieme ai morti, perché il numero delle vittime fa paura. Ci sono 50-100 corpi sotto ogni casa distrutta e i palazzi colpiti sono 1300. Il bilancio delle vittime potrebbe essere purtroppo più alto di quanto si pensasse», ha affermato. Si ritiene che le vittime dell’assedio russo a Mariupol siano state circa 22mila…

Mariupol, un attivista: «Troppi cadaveri, si rischia la catastrofe sanitaria»

Una catena di conseguenze nefaste, quella che attanaglia Mariupol, e che alza l’asticella dell’orrore a ogni nuova acquisizione. «La città rischia una catastrofe epidemiologica. A marzo, in ogni cortile c’è stato un cimitero. Le temperature allora erano sottozero. Ma adesso in città fa caldo. E non tutte quelle tombe sono state trasferite nelle fosse comuni. Il governo sta cercando di seppellire i corpi, ma non si riesce a far fronte. In più non c’è acqua, quella che c’è è inquinata e ci sono in giro animali randagi. Il rischio di una epidemia di colera è altissimo». A dirlo all’Adnkronos, confermando la tragica situazione in cui versa la città, è Yevhen Tuzov, attivista di Mariupol. Un uomo che dall’inizio della guerra si è occupato dei rifugiati della città sotto assedio. Accudendone insieme ad un team oltre seimila. Un esempio di coraggio e altruismo, che ora ha approntato un campo di accoglienza a Dnipro.

La denuncia di un testimone dell’orrore

Un testimone dell’orrore che in un’intervista esclusiva e toccante ha denunciato: Tutte le persone che sono rimaste sconvolte da Bucha o Irpin, sappiano che quando si potrà entrare a Mariupol si scoprirà davvero quello che è successo lì. E resteranno scioccate – dice Tuzov –. Per intenderci, Bucha ha le dimensioni dell’acciaieria di Azovstal, Mariupol è molto più grande e il livello di distruzione è stato massiccio». Al momento, spiega l’attivista, «non c’è ancora l’acqua centralizzata. Quella che c’è è l’acqua dei pozzi. Dove passa la falda dei sotterranei e viene rilasciato l’effluvio dei corpi che marciscono. È pericolosissimo… Si può solo immaginare cosa succederà in questa città tra qualche settimana». Intanto, sono tante, a decine di decine, le persone malate di colera a Mariupol. Una vera epidemia che ha portato le autorità russe che hanno assunto il controllo della città a chiuderla per quarantena. Perché non c’è fine alla devastazione…

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