Mascherine fantasma, finisce in farsa: la Regione risarcirà se stessa. Colosimo: l’ultima beffa di Zingaretti
Una beffa senza fine: le mascherine fantasma che la Regione Lazio acquistò a marzo 2020 con la pandemia che dilagava e in piena emergenza Covid, tornano al centro della scena, protagoniste di una farsa interminabile. Uno psico-dramma che, tra risvolti giudiziari e polemiche politiche, sembra ormai acclarare tra le righe un solo finale possibile: l’ennesima sola rifilata ai contribuenti, e altro denaro pubblico buttato al macero. Torniamo al principio della vicenda, allora, l’unico punto fermo da cui ripartire.
Mascherine fantasma, l’ultima beffa per Zingaretti
Quello che Il Tempo in edicola oggi ricostruisce e argomenta in due pagine dedicato all’increscioso caso e su cui ha tuonato – tra gli altri – Chiara Colosimo, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Trasparenza, che riassumendo il complicato intreccio di farsa e dramma in una frase, ha sottolineato: «Quanto accaduto confermala gestione ridicola e approssimativa di Nicola Zingaretti»…
Mascherine fantasma, la vicenda riassunta in pillole
Ebbene, come anticipato, era il marzo del 2020 quando, in piena emergenza Covid, la Regione Lazio si ritrova a dover acquistare in fretta e furia le fatidiche mascherine, al momento richiestissime, ma introvabili. Il tempo stringe e i prezzi salgono. E tra prenotazioni, un cospicuo anticipo di 14 milioni di euro che la Pisana anticipa sull’unghia, e attese interminabili, i dispositivi di sicurezza non arrivano. Si apre la caccia a diversi fornitori.
Il caos di fornitori, commesse, anticipi e revoche delle revoche
E come spiega il quotidiano capitolino, «fra questi fornitori, il più “noto” è quello della EcoTech, società dei Castelli romani ufficialmente rivenditrice di impianti di illuminazione. Che, tramite la svizzera eXor, si appoggiava per la fornitura alla società di Taranto, Internazionale Biolife». Poi parte il valzer delle revoche degli affidamenti. E a stretto giro, la revoca della revoca. Infine, delle mascherine si perdono le tracce. E sulle orme del caso si aprono le inchieste – mediatiche e giudiziarie – che arrivano ad oggi. Quando, a distanza di due anni, non solo la Regione non risulta essere rientrata delle somme sborsate come anticipi. Ma incassa pure l’ennesima beffa.
La Regione di Zingaretti condannata a risarcire se stessa
E allora, il Tribunale Ordinario di Taranto dispone – con un provvedimento datato 15 aprile scorso – che via Cristoforo Colombo dovrà corrispondere 4,5 milioni di euro alla svizzera eXor Holding Sa. La eXor, come spiegato, è una delle società coinvolte nel caso “mascherine fantasma”. Ed è quella che, portando in Tribunale la Regione, ha ottenuto il «pignoramento presso terzi», per cui, di fatto, in un complesso gioco di incastri, la Regione finirà per pagare se stessa. Il danno e la beffa in un solo colpo… Immediata allora la reazione della Colosimo, dal primo istante in prima linea nel denunciare scandali e retroscena dell’intera vicenda.
Colosimo: «Mascherine pagate e mai arrivate, la conferma della gestione ridicola di Zingaretti»
Su cui, commentando la stravaganza della Regione condannata a risarcire se stessa, la Colosimo afferma lapidaria: «Quanto accaduto conferma la gestione ridicola e approssimativa di Nicola Zingaretti. Sono passati ormai più di due anni, ma la questione mascherine resta la fotografia migliore della mala-gestione della Regione Lazio targata Zingaretti e Partito democratico. Quanto apprendiamo oggi conferma una gestione quantomeno ridicola, certamente approssimativa, superficiale e palesemente imprudente durante un periodo di emergenza. Altri soldi pubblici buttati per pagare società che non hanno consegnato le forniture».
Mascherine fantasma, boomerang della sinistra
Un riassunto amaro quanto lucido, di una vicenda tutt’altro che trasparente. In merito alla quale la Colosimo dalle colonne de Il Tempo aggiunge anche: «Lo scandalo nello scandalo: mascherine pagate e mai arrivate che, dopo una prima difesa d’ufficio fatta con metodi imbarazzanti e ridicole batterie di comunicati copia e incolla, spariscono nel nulla. Ecco: il nulla. Non c’è miglior definizione per definire questi lunghissimi anni di sinistra al governo». E qui la Colosimo ne ha per tutti, sia Pd che 5S. Sottolineando: «Da tempo il M5S ha trasformato la S di stelle nella S di silenzio. Inoltre, il fantasma delle mascherine si abbatte sulle primarie del Pd».