Migranti, a Melilla in 2000 tentano di sfondare il confine tra Spagna e Marocco: 37 morti, 50 feriti (video)
Alla fine della ressa diventata carneficina, sarebbe di 37 vittime e 50 feriti il bilancio della calca di migranti a Melilla, enclave spagnola in Marocco, dove circa duemila migranti africani – soprattutto subsahariani, per lo più sudanesi – barricati lungo le reti con pietre e bastoni, hanno cercato di forzare i confini tra i due Stati e oltrepassare la recinzione. Una tragedia annunciata, con vittime anche sul fronte della polizia. E annunciata non solo perché già da giovedì sera le forze dell’ordine spagnole erano in allerta per le voci di un possibile sfondamento da parte di un’ondata massiccia di profughi. Ma anche per quel precedente di marzo scorso, quando le cronache riportavano un episodio simile in tutto e per tutto. Era esattamente il 22 marzo, allora, quando all’incirca 2500 migranti avevano provato a forzare i blocchi e 900 di loro erano riusciti a sconfinare in Spagna…
Migranti, a Melilla il bilancio della strage è di 37 morti e 50 feriti
Stavolta, la risposta della polizia iberica è stata più ferma, con 1500 uomini schierati a presidiare il confine tra Marocco e Spagna in corrispondenza delle due «enclavi» di Ceuta e Melilla, il punto nevralgico della frontiera terrestre tra Marocco e Spagna, riaperta il 17 maggio scorso dopo oltre due anni di stop. Il passaggio a quel varco, inibito per la pandemia di Covid, è da tempo al centro di un braccio di ferro tra Madrid e Rabat. Uno scontro diplomatico in seguito al quale il governo marocchino a un certo punto ha deciso di allentare le maglie dei controlli sui migranti che si affacciavano al confine. Un pregresso esploso venerdì scorso e concentrato a Melilla, dove circa duemila migranti hanno cercato di oltrepassare la recinzione.
Gli scontri quando 400 migranti provano a sfondare i confini dell’enclave europea in Africa
Un caos che si è trasformato in tra tragedia quando circa 400 migranti hanno tentato di superare con la forza il confine, e 130 di loro sono riusciti a invadere il campo e ad entrare in territorio europeo. A quel punto le azioni di contenimento e di respingimento sono diventate tafferugli. E i disordini scontri, che poi sono degenerati in strage. E così, mentre le posizioni dei 130 assalitori sono ora al vaglio delle autorità. Per gli altri migranti ammassati sul territorio di frontiera il verdetto è stato letale. E chi non ce l’ha fatta è morto per soffocamento o schiacciamento. Oppure perché precipitato nel tentativo di scavalcare le reti che delimitavano il confine. Ma nell’assalto i feriti si contano dall’una e dall’altra parte della barricata: compresi dunque una cinquantina di agenti di polizia della Spagna.
Il premier spagnolo Sanchez: «Un attacco all’integrità territoriale del nostro Paese»
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha definito la strage un «assalto violento e organizzato da parte delle mafie dedite alla tratta di esseri umani, contro una città che è territorio spagnolo». «Pertanto – ha aggiunto durante una conferenza stampa a Madrid – è stato un attacco all’integrità territoriale del nostro Paese». Nel frattempo, invece, l’inviato speciale del governo algerino per il Sahara occidentale e i paesi del Maghreb, Amar Belani, al portale di notizie algerino Tsa ha duramente commentato la vicenda, incolpando il Marocco per quanto accaduto. Parlando di «carneficina» e di «immagini scioccanti». E concludendo con la richiesta di un’indagine indipendente alle organizzazioni internazionali, e in particolare all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).
Migranti, Salvini: «A Melilla le immagini dell’invasione verso Europa»
Indagini e ping pong di accuse a parte, anche Matteo Salvini non c’è dubbio che il caos e le violenze siano il frutto di una spinta migratoria, propulsiva e incontrollata, frutto di una politica gestionale europea fallimentare. «Guardate le immagini dell’invasione verso l’Europa», scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini, postando un video dei fatti avvenuti al confine tra Spagna e Marocco. «Melilla, città spagnola sulla costa del Marocco invasa da circa 2000 clandestini armati di pietre e bastoni. Morti anche agenti di Polizia. Immagini impetuose. In Italia e Europa c’è posto per tutti? No, assolutamente no» afferma lapidario Salvini…