Migranti, ecco la “supercazzola” della Lamorgese: un nuovo decreto che supera i 70mila ingressi
Massima attenzione, monitoraggio costante, “stiamo lavorando”. Sono le parole d’ordine, sempre le stesse da mesi, utilizzate dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese dopo il vertice Med5 a Venezia. In materia di immigrazione il Viminale continua a dare pessime prove di sé nascondendosi dietro formule astratte di accoglienza e di condivisione da parte di Bruxelles.
Lamorgese: ho avuto rassicurazioni dalla presidenza
“L’incontro di oggi conferma l’attenzione della presidenza francese e ceca nei confronti della nostre aspettative. E ribadisce lo spirito costruttivo dei Paesi del Mediterraneo”, ha detto la ministra. Al termine del vertice con i ministri dell’Interno dei paesi mediterranei della Ue (Spagna, della Grecia, Malta e Cipro). Quindi ha aggiunto di essere fiduciosa che “questo approccio venga valorizzato. Dalla presidenza uscente ed entrante. Dalle quali ci aspettiamo segnali concreti sugli aspetti della solidarietà”. Poi ha parlato della “ricerca di un punto di equilibrio. Necessario in tema di immigrazione e asilo che deve essere condivisa da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione europea.
“L’immigrazione è un problema strutturale”
L’immigrazione è un problema strutturale che, come tale, va condiviso e gestito con regole che vedano tutti e 27 i Paesi sulla stessa linea”. Generiche rassicurazioni anche sulla rotta balcanica. “È stata sempre attenzionata dall’Italia. C’è la massima attenzione e accordi con i Paesi di provenienza. È una preoccupazione che abbiamo tutti chiara”, ha detto la Lamorgese.
Al lavoro per nuovo decreto flussi
A proposito dei flussi, la ministra dell’Interno non ha escluso un nuovo decreto che superi il tetto dei 70mila dello scorso anno. “Si sta lavorando, a livello di presidenza del consiglio, a nuovo decreto flussi. E stiamo verificando la possibilità di accelerare le procedure. Manca personale in alcuni settori specifici”, ha detto. Ricordando che è all’esame il protocollo firmato con il ministro del Lavoro. Per inserire nel circuito dell’edilizia “coloro che sono titolari di protezione internazionale o che hanno fatto domanda. Stiamo verificando la possibilità che un analogo protocollo venga fatto anche per altre categorie”. Sui numeri ha detto chiaramente che “è possibile che quest’anno siano più elevati“.
Blocco del grano, si rischia una crisi alimentare
Sul blocco dell’export del grano non ha escluso il rischio concreto di una grave crisi alimentare. “L’incontro del gruppo Med5 costituisce un punto di riferimento importante. Anche in vista del prossimo Consiglio europeo degli Affari interni”. La parola d’ordine resta solidarietà. Che tradotta significa maglie larghe nei controlli e nella gestione dei flussi di clandestini. “Questa solidarietà deve essere fondata anche su un adeguato meccanismo di redistribuzione di migranti. Che dovrà riguardare un numero sufficientemente ampio di Stati membri per essere realmente efficace”.