“Peschiera era un assaggio. Colpiremo Riccione”: la minaccia dei nordafricani su Tik Tok. Allarme in Riviera
La minaccia corre sui social, e il messaggio arriva forte e chiaro: «Peschiera era solo il riscaldamento, vedremo a Riccione come sarà». E poi: «Questo è stato solo un assaggio, ci becchiamo a Riccione». Il tam tam imperversa su Tik Tok in particolare, dove a pochi giorni dallo scempio di Peschiera del Garda – quando migliaia di ragazzi si sono dati appuntamento degenerato in risse, devastazioni, vandalismi, scontri con la polizia – culminato nelle aggressioni inferte ad alcune ragazzine che stavano tornando in treno da Gardaland, le stesse baby gang annunciano un minaccioso secondo round.
Dopo Peschiera, baby gang di marocchini di nuovo in azione
Il passaparola corre veloce: «Ci becchiamo a Riccione», rilanciano nei loro video giovani e giovanissimi nordafricani. Con tanto di messaggi accompagnati per lo più dall’immancabile icona della bandiera del Marocco. Video coreografati, che impazzano in queste ore sui social. E che fanno scattare l’allarme. Messaggi virali che risuonano sul web come quello che vogliono essere: il richiamo a un secondo appuntamento dopo l’esordio dell’assalto di Peschiera. Avvalorando il sospetto degli inquirenti che, oltre i fatti del 2 giugno scorso, l’imminente seconda puntata delle devastazioni possa essere anche un remake delle violente scorribande di cui gli stessi baby malviventi si sono resi protagonisti la scorsa estate, imperversando nella Riviera romagnola tra Rimini e Riccione.
«Peschiera era il riscaldamento, Riccione arriviamo»
La Riviera, appunto, dove si rinnova l’allarme dei vandalismi e delle aggressioni. E dove la minaccia incombe di nuovo, quando è ancora vivido il ricordo delle risse e delle devastazioni inferte a residenti e vacanzieri la scorsa estate. Un precedente inquietante, che le baby gang in azione hanno cominciato a rilanciare già a fine aprile, quando sempre sui social annunciavano che «pure quest’estate Riccione sarà colonizzata». Parole, ricordi, annunci e intimidazioni, che rigettano istantaneamente nell’incubo cittadini e forze dell’ordine.
La “chiamata alle armi” sui social, l’allerta della polizia
Una vera a propria “chiamata alle armi”, che ha inevitabilmente costretto la Questura di Rimini ad elevare il livello di guardia e a incrementare i piani di sicurezza. Cominciando proprio dai controlli dei video-messaggi virali e dall’organizzazione dei presidi nelle stazioni locali, “vigilate speciali”, e in altri luoghi considerati target sensibili. Con tanto di rinforzi sul campo nella fila di carabinieri, polizia e guardia di finanza. Con alcune sezioni di militari e agenti muniti dalle scorse settimane anche di taser.
In basso un video da Youtube