Putiniani d’Italia, Gabrielli: «I Servizi non fanno dossieraggio, la lista non è dell’intelligence»
L’intelligence italiana «non ha mai stilato alcuna lista di politici, giornalisti, opinionisti o commentatori, né ha mai svolto attività di dossieraggio». A chiarirlo è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi, Franco Gabrielli, intervenendo sulla questione della famigerata “lista di proscrizione” dei putiniani italiani, pubblicata sul Corriere della Sera, che l’ha riferita al Copasir.
L’attività del gruppo di lavoro sulla minaccia ibrida
Gabrielli ha poi aggiunto che «il gruppo di lavoro interministeriale dedicato alla minaccia ibrida alla sicurezza nazionale» lavora «esclusivamente sulla base di fonti aperte, mira non all’individuazione di singoli soggetti, bensì alla disamina di contenuti riconducibili al fenomeno della disinformazione».
La vicenda della lista dei putiniani d’Italia
Le parole di Gabrielli si aggiungono a quelle del presidente del Copasir, Adolfo Urso, che aveva immediatamente chiarito di non saper nulla di “liste di proscrizione” e di aver ricevuto un documento sulla questione delle influenze russe in Italia successivamente all’articolo sul Corriere della Sera, che dunque era stata la prima fonte da cui aveva appreso della vicenda. Ieri Urso è tornato a parlarne a Porta a Porta. «La mattina – ha raccontato Urso – ho letto il testo e mi sono stupito, anche perché viene citato un documento in cui tra l’altro si parla anche del sottoscritto che sarebbe stato posto sotto attacco all’interno della rete: noi non sappiamo nulla, noi che siamo il Comitato parlamentare di controllo sull’intelligence e sull’attività che il governo fa nel suo complesso sulla sicurezza della repubblica».
Urso: «Il Copasir controlla, non realizza. È il presidio democratico»
«Non sono stato io a dare notizie alla stampa, peggio sono stato io a raccogliere quelle informazioni», ha quindi proseguito il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ricordando che «io, come Copasir, sono il presidio democratico che deve acclarare che l’intelligence e in generale il governo che agisce nel campo della sicurezza della Repubblica rispetti le regole costituzionali che devono essere garantite da noi». Invece, in questa vicenda, «sono diventato da colui che controlla a colui che realizza».
Al tavolo ministeri e Agcom, che «non fanno liste di proscrizione»
«Il documento apparso sulla stampa mi arriva tre giorni dopo, lunedì mattina, dai Servizi, perché coordinato dai Servizi e perché classificato, realizzato da un tavolo interministeriale che esiste dal 2019 e a cui partecipano Ministeri e Agcom: inimmaginabile che istituzioni del genere possano fare liste di proscrizione», ha chiosato Urso. «Noi siamo l’organo di garanzia costituzionale e dobbiamo vigilare su quello che fanno i servizi e possiamo acclarare che in quel documento che ho letto lunedì non ci sia nulla in merito ad attività di intelligence. È realizzato con fonti aperte sulla metodologia delle fake news, e non c’è nessuna lista di proscrizione», ha quindi ribadito Urso rispetto a quanto già chiarito da Gabrielli.