“Quereliamo il Corriere”: Orsini, Bianchi e Vezzosi sul sentiero di guerra: “Processati in contumacia”
Tutti pronti a querelare, tutti contro il Corriere della Sera i “putiniani” d’Italia. Dopo l’articolo sul dossier, mai redatto dal Copasir , e sul quale gravano smentite sono in arrivo le querele di molti di coloro che si sono ritrovati nelle foto “segnaletiche” con cui il quotidiano di via Solferino ha confezinato il pezzo. Il primo ad annunciare querela era stato il professor Alessandro Orsini. Il quale poi le ha confermate dai suoi canali social in un lungo post: «Farò causa al Corriere della Sera. Anche per tutti i miei colleghi liberi che devono subire le prepotenze di Luciano Fontana. E per i tanti adolescenti che credono in un Paese più libero e onesto di quello in cui viviamo. Il 14 giugno uscirà il mio nuovo libro in cui parlo anche del Corriere della Sera, della Repubblica e della Stampa. I giovani hanno molto da sapere sul modo in cui questi tre quotidiani fanno “informazione”».
“Putiniani”, pronte le querele al Corriere
Se Orsini dichiara una guerra senza quartiere ai giornaloni tutti, dal Fatto Quotidiano apprendiamo che sono pronti ad andare in giudizio anche altre figure citate nella lista. A parlare, attraverso il suo canale Telegram, è il fotoreporter Giorgio Bianchi. «Querelo sicuramente. Avevo già una pendenza con il Corriere che mi aveva definito ‘negazionista’, aggiungo anche questa. Sono un giornalista, racconto quello che succede in Donbass da anni. Non ho mai fatto ‘attività propagandistica filorussa’ come hanno scritto tra virgolette. E non sono proprietario del canale ‘Giubbe Rosse’, un altro falso. Per me è un danno professionale enorme. Hanno piazzato la mia foto e il mio nome indicandomi come una sorta di ripetitore delle parole del governo russo. Mi hanno processato in contumacia».
Giorgio Bianchi e Maurizio Vezzosi al “Fatto”: pronti alla querela
Adirà a vie legali anche il reporter Maurizio Vezzosi. Anche lui ha usato la sua pagina Facebook: «Mi giunge notizia di una bizzarra pubblicazione del Corriere della Sera in cui il mio nome viene accostato ad un pietoso quanto improbabile epiteto. Spiacevolmente evidente è il goffo tentativo di delegittimarmi ad ogni costo, fosse anche quello dello scadere nel ridicolo. Dimostrando, oltretutto, di ignorare pressoché in toto il contenuto delle mie riflessioni e delle mie analisi. A buon diritto, ci si aspetterebbe qualcosa di un poco più serio da un giornale che fu la voce della classe dirigente italiana». Non si ferma qui. Vezzosi fa sapere al Fatto che «verranno querelati sia il Corriere della Sera che gli altri organi di stampa che hanno riportato la pubblicazione nella stessa forma o in termini equivalenti».
Altri accusati di filo putionismo pronti ad adire le vie legali
Altre querele sarebbero in arrivo. Manlio Dinucci, scrittore e giornalista contesta quello che riporta l’articolo a firma di Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni: ossia che Putin non ha mai citato il libro di Dinucci nel suo discorso alla nazione russa il 9 maggio: “Non sapevo di essere così importante”. “Ora vorrei che lei – afferma riferendosi alle parole della Sarzanini- che mi facesse sapere le parole precise con cui Putin ha citato il mio libro dalla Piazza Rossa. È una pura fake news”.
Alberto Fazolo – si legge- starebbe ancora meditando sul da farsi: «Ci sto pensando, è possibile, anche se la querela non è la mia priorità. Quest’operazione assurda ha l’obiettivo di limitare l’agibilità politica e mediatica di chi porta opinioni diverse. Ma rischia di essere a suo modo controproducente e riattivare l’attenzione su qualcosa che speravano di silenziare. È una dimostrazione inquietante dell’isteria dell’apparato, non so se per colpa di faide interne o di manifesta incapacità».