Referendum, Salvini: “Incredibile il silenzio di Draghi e Mattarella. È tutto orchestrato dalla sinistra”
Una campagna elettorale in sordina, comunicazione quasi inesistente, istituzioni praticamente muti. Dei referendum sulla giustizia meglio non parlare è stato l’ordine di scuderia del mainstream. Meglio mantenere lo status quo e non comunicare ai cittadini la posta in gioco. Così non sortiscono effetto gli ultimi appelli leghisti al presidente Mattarella e al premier Draghi.
Salvini: un silenzio orchestrato dai giudici di sinistra
Matteo Salvini da Monza va dritto come un fuso. “Penso che sia incredibile il fatto che su questa opportunità di democrazia e cambiamento ad oggi né il presidente del Consiglio né quello della Repubblica abbiano speso una sola parola. Per ricordare agli italiani che votare è un diritto e anche un dovere, se le riforme non le fa il Parlamento. Mi pare che a questo punto c’è un silenzio orchestrato, da giudici di sinistra, giornalisti di sinistra e politici di sinistra”.
Referendum, l’appello della Lega a Mattarella e Draghi
“Votare non è obbligatorio. Ma è certamente un diritto e un dovere per ogni cittadino italiano che intenda partecipare alla vita politica del Paese. Senza affidare deleghe in bianco ad altri. Boicottare le urne significa consentire a chi vota di decidere per tutti”, così Jacopo Morrone, presidente del Comitato per il Sì. “Bisogna tuttavia che gli elettori siano messi nelle condizioni di sapere quando si vota e per cosa. E’ ormai evidente – aggiunge l’esponente del Carroccio – che sul referendum per la giustizia del 12 giugno è stato messo per mesi il silenziatore. Con l’obiettivo neppure tanto nascosto di decretarne il fallimento”. Per questo sarebbe importante un appello al voto delle più alte cariche dello Stato, conclude. “Un richiamo istituzionale al diritto di voto e alla partecipazione. Sulla scorta della Carta costituzionale, forse farebbe la differenza per schiarire l’orizzonte e contrastare la fuga dalle urne”.
Venerdì la chiusura dei radicali a Milano
Venerdì i radicali chiuderanno a Milano il tour referendario. Sul palco del Centro Congressi delle Stelline ci saranno anche vittime di errori giudiziari per dare voce alle loro storie. Oltre a sindaci, amministratori locali, imprenditori e professionisti, avvocati ed esponenti politici, parteciperanno Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale, la tesoriera Irene Testa, Roberto Calderoli, vice presidente del Senato ed esponente di spicco della Lega.
Forza Italia: c’è chi non vuole che le cose cambino
Anche Forza Italia si fa sentire. Silvio Berlusconi, in prima persona, affida a un video-messaggio il suo appello a votare cinque sì ai quesiti sulla giustizia. La fedelissima Lidia Ronzulli dichiara di aver fatto visita a uno dei tanti banchetti per il Si ai referendum sulla giustizia organizzati a Milano. E aggiunge: “Purtroppo c’è stata la volontà di silenziare il voto referendario. Probabilmente perché c’è chi non vuole che le cose cambino mai”.