Rieti, la partita è tra il Pd che promette un fiume di soldi e la destra che si affida al ricordo di Craxi

4 Giu 2022 12:11 - di Annalisa Terranova
Rieti

Nel Lazio il voto del 12 giugno nella città di Rieti acquisisce importanza particolare. Qui l’uscente Antonio Cicchetti, missino non pentito e oggi in Forza Italia, al grido di Boia chi molla ha lanciato il giovane “patriota” Daniele Sinibaldi. Grande clamore a sinistra con rispolvero di ammuffito antifascismo. E ancora qui il candidato dem Petrangeli è stato battuto alle ultime elezioni per 99 voti e sogna una rivincita. Infine qui Giuseppe Conte ha presentato una lista a suo nome, senza la sigla M5S, per vedere quanti voti riesce a prendere solo grazie al suo standing.

A Rieti la campagna elettorale la sta facendo anche l’immaginifico Antonio Cicchetti, conosciuto e amato nella sua città. Fu tra i primi sindaci missini nell’ondata del ’93, quella che legittimò la destra di governo. Ai tempi del male assoluto fu tra i pochissimi a cantargliele a Gianfranco Fini in un rumoroso e affollato comitato centrale: “Caro Gianfranco, la storia non si processa con le categorie etiche“. Un Cicchetti hegeliano in quell’occasione fu un sindaco inclusivo per i reatini. Fu infatti il primo a istituire un cimitero per i musulmani e uno per gli ebrei oltre ad avere restaurato un monumento di cui i suoi concittadini vanno fieri: le mura medievali che cingono il capoluogo sabino, dove San Francesco si recava per curare la malattia degli occhi. E dove un apposito itinerario celebra il Santo di Assisi.

Ma torniamo a Cicchetti. Da postmissino non pentito, memore degli insegnamenti di Beppe Niccolai e degli scritti di Giano Accame, il sindaco uscente è anche un ammiratore di Bettino Craxi. Il motivo è presto detto: fu l’unico premier davvero sovranista. Facendo schierare a Sigonella i carabinieri contro gli americani della Delta Force. Era il 1985.  A Rieti Cicchetti ha già dedicato una piazza a Craxi, senza i clamori che l’ipotesi di una intitolazione hanno suscitato in quel di Milano. Ora c’è anche un busto per il leader socialista, inaugurato nei giorni scorsi in una cerimonia cui hanno preso parte i figli Bobo e Stefania.

Il dem Petrangeli è passato al contrattacco invitando il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e ha parlato chiaro ai reatini: se eleggete me il rapporto con Roma, sottinteso con le casse del Campidoglio, cambierà. In ballo ci sono i soldi del Giubileo e quelli del Pnrr. Il sindaco di Roma ha suggellato la promessa: «Con Simone Petrangeli tra Rieti e Roma si aprirà una nuova stagione di collaborazione e dialogo. Questo permetterà a Rieti di tornare a essere protagonista, anche grazie alle risorse del Pnrr che porteranno sul territorio ingenti risorse per rilanciare il tessuto economico e produttivo; un’occasione che Rieti non può permettersi di perdere». Tutto rigorosamente registrato dal quotidiano di De Benedetti, Domani.

 

 

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