Roma cade a pezzi, a Porta Maggiore è crollata una parte dell’arco: l’ennesima “ferita”

14 Giu 2022 12:38 - di Federica Orlandi
Porta Maggiore Roma

Roma continua a cadere a pezzi. Il “nuovo corso” si materializza in un pezzo dell’arco di Porta Maggiore, crollato all’incrocio con Piazzale Labicano, nella zona centrale della città. Verso le 6.15 di questa mattina gli agenti della polizia Locale di Roma Capitale del I Gruppo Trevi sono dovuti intervenire per mettere in sicurezza la zona coinvolta dal distacco e vietare il passaggio pedonale sottostante. Con loro anche i vigili del fuoco.

Porta Maggiore, si sbriciola un pezzo dell’arco delle Mura aureliane

Secondo quanto emerso si tratterebbe dell’ultima arcata provenendo da San Lorenzo, lo spazio utilizzato dalle navette bus sostitutive per passare dal lato Esquilino a quello Casilina/Prenestino della piazza. A dare la notizia è stata la polizia locale di Roma Capitale. Un’altra ferita, l’ennesima, di queste Mura, da tempo malate. Il pezzo che ha ceduto è crollato sull’asfalto frantumandosi.  In alto si vede il punto da cui è caduto il pezzo di tufo infestato dalle piante che crescono negli anfratti delle Mura e che ne provocano il degrado. È l’ultimo atto che certifica lo stato di salute disastroso della cinta che rappresenta uno dei grandi tesori di Roma. Uno per tutti lo scenario di giornali bagnati, fazzoletti sporchi, pacchetti di sigarette, bottiglie, medicine e vestiti vari, ma anche tende e accampamenti, in viale Pretoriano.

Porta Maggiore, il degrado era noto da tempo

Porta Maggiore è una delle porte nelle Mura aureliane di Roma. Si trova nel punto in cui convergevano otto degli undici acquedotti che portavano l’acqua alla Città Eterna. Tutta l’area nelle vicinanze è ricca di  reperti: piccoli monumenti funebri, colombari, ipogei e, in particolare, una basilica sotterranea. Un gioiello. Le arcate dell’acquedotto arrivarono ad avere l’aspetto di un vero e proprio arco di trionfo. Ma la situazione di degrado era nota da tempo. “Nel 2010 un monitoraggio dei tecnici del Comune prevedeva lo stanziamento di 7,3 milioni; per la messa in sicurezza di 12 torri e dei camminamenti- leggiamo su Repubblica- . Nel 2020 ci fu un bando del Campidoglio per dei lavori nella porzione K: (che da via Amba Aradam e via Cristoforo Colombo congiunge porta Latina e porta San Sebastiano). Sempre nello stesso anno, le associazioni di quartiere con i volontari scrissero delle lettere alle istituzioni con appelli per “salvare il Gigante”. Niente. E adesso?

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Il grido di dolore degli intellettuali

Era appena giunto, una settimana fa il grido di dolore di oltre 150 professionisti:  giornalisti, intellettuali, professori, architetti, urbanisti, esponenti del mondo della cultura e comitati di quartiere ha inviato una lettera al direttore del World Heritage Unesco, Lazare Eloundou Assomo, «per segnalargli lo stato di degrado in cui versa uno dei più importanti siti italiani riconosciuti dal World Heritage, il Centro storico di Roma». Ecco.

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