Salvini teme il sorpasso di FdI al Nord. Riflettori puntati su Verona, Alessandria e Como
Matteo Salvini, dopo il caso del viaggio a Mosca saltato, si concentra sulla politica italiana. E una delle preoccupazione cui deve fare fronte con urgenza, secondo la Stampa, è la tenuta della Lega nelle città del Nord dove si va al voto il 12 giugno. Non è un’opinione isolata: già la Lega si fa due conti in Veneto, dove i sondaggi certificano l’avanzata del partito di Giorgia Meloni. E dove Luca Zaia non potrà ricandidarsi.
“L’incubo di Matteo Salvini – scrive il quotidiano torinese – è il sorpasso di Giorgia Meloni nelle città del Nord. Un anno fa a Milano l’operazione è stata a un passo dal compiersi. I sondaggi sono poco affidabili per questo tipo di elezioni, ma di calcoli già se ne fanno. Nel Carroccio danno per perso o quasi il Sud, in Sicilia non ci sarà nemmeno Alberto da Giussano nelle schede (la lista si chiama Prima l’Italia), pochissime aspettative anche nelle regioni del Centro. Se poi nel Settentrione si dovesse tornare alla cifre della Lega post bossiana, quella risollevata proprio da Salvini, allora si potrebbe aprire un inedito dibattito sulla leadership dalle conseguenze imprevedibili”.
Quali sono le città dove il Carroccio teme il sorpasso? “Le città principali segnate sulle agende dei dirigenti di Lega e Fratelli d’Italia sono Verona, Alessandria e Como, dove un tempo la formazione di Meloni non superava il 4% e oggi invece punta al primato della coalizione o persino a conquistare il municipio (a Como)”. Ma non solo: “Gli occhi dei dirigenti lombardi sono puntati anche su Lodi, Buccinasco, Magenta, San Donato e Sesto San Giovanni”.
Il voto del 12 giugno è dunque un appuntamento importante anche per gli equilibri interni al centrodestra nel Nord, dove batte il cuore pulsante dell’Italia che produce e traina il Pil. Se la Lega perdesse il suo storico vantaggio territoriale sarà difficile poi tenere gli esponenti di FdI ai margini dei governi regionali. Allo stesso tempo la svolta dei consensi al Nord obbligherebbe FdI a puntare tutto sulla proposta e sui programmi, abbandonando le sirene della propaganda. Un lavoro già cominciato con la conferenza programmatica del partito che, non a caso, si è svolta proprio a Milano.