Sara Pegoraro è l’ultima vittima della droga. Quel bollettino che non finisce sui giornali: 13 morti al mese
«Mi prendo un momento di pausa per prendermi cura di me stessa». Sono le ultime parole scritte sui Social da Sara Pegoraro, la modella 26enne trovata morta in casa a Treviso.
«Abbiamo aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro reato – ha fatto sapere il procuratore di Treviso, Marco Martani -. L’ipotesi è quella dell’overdose o di un mix letale. Cercheremo di ricostruire la rete dei contatti della giovane per arrivare allo spacciatore o a chi le ha fornito le sostanze stupefacenti. Nel frattempo stiamo facendo accertamenti sulle cause della morte, esami del sangue. Pensiamo di disporre l’autopsia in settimana». Gli investigatori dovranno capire anche se si trattava di un’overdose o se lo stupefacente era stato tagliato male.
Prosegue anche l’indagine dei carabinieri per identificare il pusher che avrebbe ceduto la dose fatale. La 26enne aveva avvertito un malore già venerdì scorso, era caduta in un fossato ed era stata soccorsa dai carabinieri. Nel pomeriggio la giovane sarebbe riuscita a rifornirsi contattando un pusher: attraverso il suo smartphone, gli investigatori vogliono stringere il cerchio su di lui. Saranno sentite le ultime persone ad aver visto Sara in vita, tra cui l’amica Serena, a cui aveva chiesto di sostegno. «Aiutami per favore, voglio uscirne», aveva scritto nel suo ultimo messaggio a Serena.
Con Sara Pegoraro altre giovani vite spezzate dalla droga
Oggi in Italia, i morti per droga non finiscono neanche sui giornali: Libero De Rienzo e Roberto “Er Patata” Brunetti hanno rappresentato un’eccezione perché personaggi pubblici. Ma pare che sul tema i media siano distratti. Ieri, tanto per avere un esempio, a Bologna ha perso la vita un altro ragazzo per overdose. Anche lui, come Sara Pegoraro aveva 26 anni. La notizia è finita in poche righe su un paio di quotidiani locali. Una ecatombe che non risparmia neanche i penitenziari, dove la droga circola liberamente. L’ultima ufficiale è datata domenica 26 giugno, nel carcere di Velletri, è morto infatti per overdose un giovane detenuto tunisino.
I dati del Viminale parlano chiaro. Una città campione? Milano: nel 2020 erano stati 4, nel 2021 sono raddoppiati, salendo a 9, con un aumento percentuale del 125%. Numeri tragici anche allargando lo sguardo alla Regione Lombardia: senza raggiungere i livelli del 2019 (37 tossicodipendenti stroncati in Lombardia da iniezioni killer), è rimasto il trend del 2018 (32 morti), che erano in netta crescita rispetto ai 25 del 2015, ai 21 del 2016 e addirittura ai 14 del 2017. Anni in cui ancora c’erano delle politiche efficaci di lotta alla droga.
Il trend di quest’anno fa altrettanta paura. Dal primo gennaio al 30 giugno 2022, secondo il sito geoverdose, siamo a quota 82 morti nel 2022. Una media di oltre 13 morti al mese. Senza contare i morti indiretti: causati ad esempio da incidenti stradali provocati da chi ha assunto droghe. Ma il bollettino di queste stragi pare non interessare a nessuno.