Scanzi irritato dall’anticomunismo di Sallusti lo ricopre di insulti: “Berlusconiano, disonesto, fascista”
Il caos che è andato in onda domenica sera a “Non è l’arena” con la diretta di Massimo Giletti da Mosca si è riversato poi come un fiume in piena nei commenti sui media e sui social. Se il grido di Myrta Merlino (“Massimo, che succede…”) è stato accostato su twitter a quello di Sandra Milo (“Ciro, Ciro…”), molto commentata è stata anche la performance di Alessandro Sallusti che ha abbandonato la diretta. E ciò dopo avere definito il Cremlino un palazzo “di mer..” dove si sono ordite le più sconvolgenti tragedie del Novecento.
“Il Cremlino è un palazzo di merda. Dillo a quei coglioni che hai di fianco”
Sallusti sfancula Giletti e se ne va #nonelarena pic.twitter.com/ot7GxBjQ9vLEGGI ANCHE— Il Grande Flagello (@grande_flagello) June 5, 2022
Ed è su questa professione di anticomunismo che si esercita oggi il livore di Andrea Scanzi sul Fatto. Un articolo grondante insulti e malevolenze. Che lascia trasparire qualcosa che va ben oltre l’obbedienza alla linea filo-Putin scelta dal giornale di Travaglio.
Si parte dicendo che Sallusti è del tutto privo di onestà intellettuale. Un uomo di cui non ti puoi fidare: “Sallusti è la classica persona che ti offrirebbe un aperitivo col sorriso sulle labbra, per poi accoltellarti lavorativamente alle spalle con assoluta serenità”. Gli si rimprovera un acceso berlusconismo: “Votato al berlusconismo con lo stesso trasporto messianico con cui Tinto Brass esaltava la bellezza totalizzante del fondoschiena femminile“. Gli si dà quindi del voltagabbana: “Sallusti piega le sue opinioni alla bisogna. Se conviene dire “bianco” dice “bianco”, se è più utile (a lui e a chi lo paga) dire “nero” dice “nero”.
Scanzi imputa a Sallusti di essere stato ospite fisso di Giletti per poi fare l’eroe rinunciando al gettone di presenza e insultand\one gli ospiti. “Ha parlato di “Palazzo di merda”, dato della “cretina” a Maria Zakharova, battezzato come “coglioni” i due pali accanto a (quel che restava di) Giletti, rinunciato al gettone pattuito (che eroe!), chiamato “utile idiota” Cacciari e abbandonato il collegamento. Qualcuno, in quello scantinato bonsai del disagio chiamato Twitter, ne ha pure plaudito il coraggio. Certo, come no: il “coraggio” di scoprire adesso chi sia Giletti e come funzionino i suoi mefitici avvelenamenti di pozzi”.
Infine l’immancabile accusa. Il marchio che Il Fatto affibbia sempre al nemico: “Sallusti è però da sempre allergico a dubbi, sfaccettature e complessità di pensiero. Per questo fa di tutta l’erba un fascio, meglio ancora se littorio”. E’ pure “fascista”, che altro vi serve per odiarlo?