Scempio di Peschiera, sindaco contro Lamorgese: si poteva evitare. Ma a mail e pec non ha mai risposto
Il grido d’allarme che il sindaco di Peschiera del Garda, Maria Orietta Gaiulli, ha lanciato negli anni sulla tenuta del tessuto sociale, alla luce dello scempio dei nordafricani nei giorni scorsi diventa una denuncia. Di più: un preciso addebito che la prima cittadina di Peschiera imputa alla ministra Lamorgese, sorda ad appelli e richiami fino all’ultimo: una richiesta di aiuto inviata via Pec alla titolare del Viminale, che neppure le ha risposto. Immancabilmente. «Questa guerriglia poteva essere evitata – tuona il sindaco interpellata da Libero –. Bisognava esserci il 2 giugno per capire cosa è successo. Qui c’è un problema serio. Non tiene più il tessuto sociale».
Duro j’accuse del sindaco di Peschiera del Garda alla Lamorgese
E dire che, come spiega sempre la Gaiulli, i ragazzini immigrati che vivono nelle nostre città, il raduno lo hanno annunciato su Tik Tok in tutto il suo potenziale esplosivo: lo hanno ribattezzato “Giornata Africa” e ha raccolto subito adesioni di massa. Il mood era chiaro sin da subito, il rischio esplicitato nella risposta social che poi si è tradotta nelle molestie. Nelle risse selvagge. E negli innumerevoli atti vandalici che hanno messo sotto scacco una comunità “accogliente”. Eppure, stando alla denuncia della sindaca Gaiulli, di fronte a tutto questo la Lamorgese ha replicato col silenzio. Continuando a fare spallucce. Tanto da indurre persino l’intervistatore di Libero, oltre che l’intervistata, a domandarsi con ironia amara se, per caso, il ministro dell’Interno in questi giorni «abbia letto i giornali o guardato le televisioni»…
«La guerriglia poteva essere evitata»: tutto annunciato sui social
Una calata di massa annunciata che si è risolta nell’offensiva sociale paventata già nelle dichiarazioni social. «Chi vince oggi?», si interrogavano beffardamente online. «I neri? I bianchi? O i blu?». Laddove, i blu sarebbero stati i poliziotti… Una cronaca virtuale di quello che sarebbe accaduto col raduno, insomma. E in parte anticipato, denuncia sempre il sindaco di Peschiera, da precedenti prove tecniche di aggregazioni. «Avevano iniziato già nel 2020 a fare questi raduni – spiega la prima cittadina – ma all’inizio erano un centinaio. Sempre nordafricani. Vengono dalle città lombarde, scendono alla stazione di Peschiera del Garda che è l’unica centrale e vicina alla spiaggia. E fanno quello che vogliono. Nel 2020 si è riusciti a contenerli. Poi sono diventati sempre più». Così, dai cento del 2020 sono diventati i 400 dell’anno scorso, dove c’è scappato anche il morto. E l’ultima volta, il 2 giugno, erano 2.500. Incontenibili…
Denunce e sollecitazioni, mail e pec, cadute nel vuoto: la Lamorgese non pervenuta
«Avanti di questo passo arriveremo a 10mila. Qui c’è un vero e proprio problema e io l’avevo detto», torna a ribadire la Gaiulli, inascoltata nei suoi allarmi e che continua a lamentare un silenzio istituzionale reiterato dalla ministra Lamorgese fino al 30 maggio scorso. Quando, dopo aver mandato una Pec alle forze dell’ordine e a tutte le autorità preposte per allertare chi di dovere sui disordini nel suo comune – che puntualmente si sono verificati – ha dovuto incassare l’ennesimo silenzio. Un muro di gomma, quello contro cui si è ritrovata a confrontarsi la sindaca, anche il 31 maggio quando, vedendo i video che giravano nei social, con tanto di scritte: «L’Africa a Peschiera», «spacchiamo tutto», «facciamo casino», aveva spedito altre allarmate mail. Stavolta al comandante provinciale dei carabinieri. Al questore, al prefetto, inoltrando finanche i video e sollecitando monitoraggio e prevenzione. «State attenti, guardate cosa sta per arrivare», scriveva la Gaiulli. Ma ancora una volta, il silenzio è stato assordante.
Molestatori e vandali, altro che “risorse” come li chiama la Boldrini. Il sindaco: «Io non ci sto»
Nemo profeta in patria, si sa. E così, una volta radunatisi, i giovani nordafricani hanno dato seguito ad annunci e proclami. Devastando. Picchiandosi. Sferrando coltellate e molestando le ragazzine. Oggi sappiamo che sei di loro, di ritorno da Gardaland, sono state pesantemente palpeggiate sul treno che da Peschiera le riportava a Milano. E che, ad oggi, sono trenta gli identificati tra molestatori e vandali. «Non le dico cos’ hanno fatto – riferisce il sindaco – a un signore di 81 anni volevano gettare la Vespa dentro al lago. Hanno inveito contro le famiglie. Spaccato tutto. Veri e propri vandali, “risorse” come li chiama la Boldrini. E sarà sempre peggio perché rispetto agli anni precedenti sono aumentati in maniera esponenziale». «Io non ci sto – conclude poi il sindaco di Peschiera – chiedo che il servizio di potenziamento rimanga tutto il periodo dell’estate perché così non reggiamo. Peschiera conta 9 agenti, tra cui 5 donne». La Lamorgese, ad oggi, non pervenuta.
Ringraziamo il PD che li fa entrare!!!!!
Non vi è molto da aggiungere al testo e a quanto si è visto, via TV, sul caso e su altri precedenti. MI pare che la Ministra Lamorgese sia indatta al compito assegnatole- Sarebbe cosa buona se decidesse di passare la mano.
Invece di farsi la calza questa donna è stata messa a fare il ministro dell’interno. Incapace e sorda ad ogni richiesta, sembra che viva in un altro pianeta. Se avesse un minimo di dignità, parola a lei sconosciuta, si dovrebbe, perlomeno dimettere.
La Morgese: il peggiore Ministro della Repubblica italiana…!!!
prima gli Afrikani!