Scissione nel M5S, nel Pd allarmato si fanno due conti: qual è il peso elettorale di Di Maio?
Nervi saldi e nessuna precipitazione nei giudizi. Enrico Letta invita alla calma di fronte all’esplosione dei 5 Stelle e apprezza tutte le aree dem per il lavoro di mediazione che ha portato alla risoluzione di maggioranza unitaria a sostegno del governo e del premier Mario Draghi su un tema cruciale come la politica estera del Paese. “Noi siamo il baricentro, tutto attorno a noi si muove vorticosamente. Nervi saldi”, è il ragionamento che si fa ai piani alti del Nazareno secondo quanto riferisce l’Adnkronos.
La cosa importante di oggi, si sottolinea, è la soddisfazione per essere riusciti a portare a casa il sostegno a Draghi grazie a lavoro di mediazione nelle ultime 36 ore che ha coinvolto tutti i livelli del Pd. Dallo stesso Letta, ai ministri, i capigruppo e la front line con Enzo Amendola per il governo e Alessandro Alfieri al tavolo della trattativa. “Il messaggio dato ad entrambi, sia a Conte che a Di Maio, è che noi facciamo di tutto perché lo scontro interno ai 5 Stelle non abbia ricadute sul governo e sulla politica estera. In gioco c’è l’interesse nazionale”, si sottolinea. Lo sforzo è andato a buon fine. Oggi.
Quanto alle ricadute politiche interne al campo progressista della scissione M5S, la linea dem è quella di non affrettarsi in giudizi che al momento non è possibile formulare. “Vediamo quello che succede, è un passaggio molto complesso. Per noi la priorità è sempre quella di mettere la stabilità del Paese al primo punto”.
E sui ‘duellanti’ – Conte e Di Maio- il Pd non si schiera. “No al tifo” per l’uno o per l’altro anche perché “l’interlocuzione è buona con entrambi, non si può entrare nelle loro dinamiche”, si spiega dal Nazareno. Né ci sarebbe una faglia tra i dem, è la convinzione. Certo, c’è chi predilige l’uno o l’altro. Alcuni lo hanno già dichiarato esplicitamente come Andrea Marcucci che sceglie Di Maio. L’area più a sinistra sarebbe invece più pro-Conte. “Ma è tutto più sfumato, anche nella sinistra dem c’è chi apprezza Di Maio…”, si fa notare.
Il grosso dei parlamentari dem, in effetti, si attestano nel ruolo di osservatori interessati. Intanto perché una simile precipitazione, in tempi così rapidi, ha un po’ spiazzato i gruppi parlamentari. La situazione è fluida e si attende di vedere quale piega prenderanno le cose. “Vediamo come evolvono gli eventi”, è il refrain tra i parlamentari dem. Gli interrogativi sono molti. Quale sarà il percorso degli scissionisti dimaiani? Un contenitore di centro con Beppe Sala ed altri? Un approdo con Calenda viene considerato improbabile. E quindi, si chiedono nel Pd, quanto varrà fuori dal Parlamento la scissione del ministro degli Esteri?
“Qua si porta via una quarantina di deputati – osserva un parlamentare dem – ma fuori da Montecitorio, quanto vale Di Maio?”. E poi quale sarà la reazione di Conte dopo la scissione? Una estremizzazione rispetto al ‘governista’ Di Maio? In tutto questo i dem segnalano anche una postilla ‘polemica’. Nel caos pentastellato delle ultime ore, dal Pd si evidenzia come tutto questo stia avvenendo durante i ballottaggi. “Noi siamo impegnati a tutti i livelli per vincere i ballottaggi e colpisce che nessuno ci pensi…”.