Strage di Uvalde, due democratici Usa si oppongono a nuove norme sul controllo delle armi
Due deputati democratici statunitensi, Jared Golden del Maine e Kurt Schrader dell’Oregon, si sono opposti al disegno di legge, chiamato “Protecting our kids Act”, proposto dallo stesso partito di Biden con il quale si sta cercando negli Usa di contenere la proliferazione di armi, soprattutto nelle mani degli adolescenti, dopo la strage di Uvalde del 24 maggio scorso nella quale sono stati uccisi 19 bambini e due insegnanti.
Le nuove norme, scaturite dalla Camera Usa dopo le drammatiche audizioni protette dei bambini scampati miracolosamente alla strage di Uvalde e dei genitori di quelli che sono morti, ammazzati dal giovane killer diciottenne Salvador Ramos, hanno riscosso l’approvazione anche da parte di cinque repubblicani ma, al contempo, sono state respinte dai due democratici.
Un passaggio che la dice lunga sulla potenza di fuoco della lobby delle armi. Che guarda con crescente preoccupazione ai tentativi di limitare l’acquisto e la detenzione di armi fra i giovani statunitensi.
Il “Protecting our kids Act”, passato comunque alla Camera Usa nonostante l’opposizione dei due dem e che dovrà affrontare lo scoglio insormontabile del Senato dove si sa già che non passerà, prevede che l’età minima per poter acquistare un’arma diventi di 21 anni e che venga inibito l’acquisto di caricatori multipli.
Le audizioni alla Camera Usa per convincere i deputati a firmare il disegno di legge, chiamato “Protecting our kids Act” hanno raggiunto picchi di drammaticità. Come quando è stata fatta ascoltare la testimonianza registrata di Miah Cerrillo, 11 anni, sopravvissuta alla strage alla scuola elementare Robb di Uvalde.
La bimba ha raccontato come è riuscita a non farsi uccidere: ha visto che il compagno appena ucciso dal killer aveva un po’ di sangue, lei allora si è imbrattata le mani e si è cosparsa di sangue. “Me lo sono messo tutto addosso”, ha raccontato. E questo le ha salvato la vita.
Il pacchetto approvato alla Camera ha però un valore piu simbolico e politico che reale, dal momento che non ha alcuna possibilità di passare al Senato, dove da mesi sono bloccate le misure sul controllo sugli acquisti di armi.
La speranza che si possa arrivare ad un’azione legislativa, di portata inferiore a quella votata ieri, è affidata all’iniziativa di un piccolo gruppo di senatori bipartisan che sta esplorando la possibilità di un compromesso.
I deputati oggi voteranno un’altra misura che prevede l’istituzione di un sistema di “red flag” che possa permettere alle autorità di tenere le armi lontane dalle mani di chi verrà considerato un pericolo per se stesso e per la comunità.