Tensione alle stelle tra Conte e Draghi: il governo barcolla. Ora la parola elezioni non è più tabù

30 Giu 2022 9:01 - di Carlo Marini
Draghi, Conte

Sono ore di alta tensione per il governo. Il rientro anticipato di Mario Draghi dal summit Nato di Madrid è più eloquente di qualsiasi smentita tranquillizzante: la crisi dell’esecutivo potrebbe essere più di un’ipotesi con Conte da una parte (e Salvini dall’altra), a dare segnali d’insofferenza. Decisivo il fatto che il leader 5S si rechi a sera al Colle.

Una telefonata infuocata tra Conte e Draghi

Dopo alcune ore di fibrillazione, ieri sera è arrivata la smentita ufficiale di Palazzo Chigi: «Il presidente del Consiglio non ha mai detto o chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte dal M5S». Ma il caso è tutt’altro che chiuso. Le presunte pressioni di Mario Draghi sul fondatore del Movimento 5 Stelle per destituire l’ex premier, rivelate al sociologo Domenico De Masi e a diversi parlamentari dallo stesso Grillo, sono state alla base di una giornata incandescente. L’episodio aumenta l’insofferenza nella compagine parlamentare grillina e rinfocola le voci di un passaggio all’opposizione al primo incidente d’aula. Secondo molti Cinquestelle, dietro la scissione di Luigi Di Maio ci sarebbe un disegno più ampio.

Mattarella preoccupato dalla fibrillazione nel governo

Quella dei grillini non è l’unica situazione destabilizzante per Draghi. Anche la Lega minaccia di uscire dalla maggioranza senza interventi sul costo del gasolio. Ma ci sono anche provvedimenti come quelli su cannabis e ius scholae che la Lega non manda giù. Ma è soprattutto Conte ad alimentare nei suoi parlamentari la sensazione di aver deciso di passare all’opposizione al governo Draghi. In serata fonti M5s fanno sapere che Conte ha avuto un colloquio di oltre un’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Non vogliamo uscire dal governo. Ma la situazione è grave…». Il ragionamento che Conte fa al presidente Mattarella. In queste ore si ipotizza anche che il M5s possa rompere con l’esecutivo per offrire un appoggio esterno. L’indiscrezione, circolata in serata, non viene confermata. Anche perché Draghi ha già chiarito a tutti che un rimpasto non è una via percorribile. Uscire dall’esecutivo aprirebbe una crisi di governo. E il passo successivo, per molti, sarebbe quella di elezioni anticipate.

 

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