Troppa enfasi sulla vittoria del Pd a Verona: ecco le sei città in cui il campo largo ha fatto flop
L’affermazione di Damiano Tommasi a Verona sta catalizzando le attenzioni delle cronache politiche, diventando il fulcro della narrazione Pd di una vittoria schiacciante, forse perfino umiliante sul centrodestra. La realtà, però, è un tantino diversa, perché a guardare la mappa complessiva del voto non solo il centrodestra ha collezionato più vittorie di quanto stia passando nell’immaginario collettivo – si vedano i casi della Lombardia e del Lazio, dove il bilancio finale premia la coalizione – ma ne ha incassate diverse di portata simbolica e politica non inferiore a quella di Verona, anche perché segnano la sconfitta del campo largo.
La vittoria del centrodestra a Sesto San Giovanni
Dal punto di vista simbolico pesa particolarmente la riconferma di Roberto Di Stefano a Sesto San Giovanni che, benché non sia Comune capoluogo e quindi non rientri nel computo delle città su cui si sta misurando l’esito dei ballottaggi, è comunque un centro da oltre 80mila abitanti e uno dei più importanti poli industriali italiani. Con il 52,11% dei voti Di Stefano ha battuto il candidato del centrosinistra e del M5s Michele Foggetta e ha confermato in via definitiva che la città alle porte di Milano non è davvero più la Stalingrado d’Italia.
Il Pd piange per Lucca: «Una forte delusione, lascia l’amaro in bocca»
Fra i Comuni capoluogo poi pesa particolarmente per il centrosinistra la sconfitta di Lucca. Qui il Pd aveva aizzato una campagna di demonizzazione degli avversari, che non ha portato fortuna e non ha arrestato la corsa vittoriosa di Mario Pardini, che ottenendo il 51% dei voti ha ribaltato il risultato del primo turno (era al 34,3%) e sconfitto il candidato del centrosinistra Francesco Raspini, fermatosi al 48,97% dal 42,6% da cui partiva. La segretaria del Pd toscano ed europarlamentare Simona Bonafè ha parlato di «una forte delusione» e di «amaro in bocca» per la sconfitta.
La sconfitta del campo largo a Gorizia e Barletta
Campo largo sonoramente sconfitto anche a Gorizia, dove il sindaco uscente Rodolfo Ziberna, appoggiato da tutto il centrodestra, ha vinto con il 52,23% dei voti contro Laura Fasiolo, da Pd, M5S e diverse civiche. Ancora più pesante, poi, la sconfitta del centrosinistra a Barletta, dove Cosimo Cannito, ha vinto con il 65,03% contro la candidata del centrosinistra Santa Scommegna, si è fermata al 34,97%. Una sconfitta che Scommegna deve aver patito particolarmente, vista l’assoluta mancanza di fair play del commento a caldo: «Sono preoccupata per Barletta. La composizione del consiglio comunale non mi fa stare tranquilla», ha detto, chiarendo di avere bisogno «di riflettere sull’eventualità di proseguire il mio percorso in consiglio comunale».
Il caso Lazio: al Pd non basta Zingaretti e perde nei Comuni capoluogo
Infine, c’è il caso Lazio, dove il centrosinistra, nonostante governi la Regione, ha perso in quattro Comuni su su sette, fra i quali i due capoluoghi: a Frosinone Riccardo Mastrangeli, sostenuto dal centrodestra più civiche, ha vinto con il 55,32% contro Domenico Marzi, candidato di centrosinistra e M5s, che ha ottenuto il 44,68%; a Viterbo, invece, ha vinto la civica di estrazione di centrodestra Chiara Frontini, che con il 64,92% ha pressoché doppiato il risultato della candidata di Pd e M5s, Alessandra Troncarelli, che si è fermata al 35,08% nonostante sia assessore regionale alle Politiche sociali. Dunque, un nome di peso della giunta Zingaretti, che rende la sconfitta particolarmente pesante dal punto di vista politico.