Ucraina, Di Maio avverte Conte in vista del voto sulle armi: «Massima unità intorno a Draghi»
Auspica «massima compattezza» Luigi Di Maio, con l’occhio già proiettato sugli scenari politici che seguiranno alle comunicazioni di Mario Draghi alla Camera e al Senato nei prossimi 21 e 22 giugno. Non bisogna essere indovini per capire che il destinatario numero uno dell’auspicio del ministro degli Esteri è Giuseppe Conte, il più eccitato all’idea di un dibattito parlamentare sulle comunicazioni del premier. E, soprattutto, del voto che ne scaturirà. Proprio lì, infatti, e non per caso Di Maio proprio lì va a parare. «Stiamo parlando – sottolinea – di una risoluzione che deve portare il giorno dopo il presidente del Consiglio al tavolo europeo con la massima forza e spinta politica».
Conte favorevole alla de-escalation
Il titolare della Farnesina è, per Conte, l’equivalente di Giancarlo Giorgetti per Salvini. Più che rappresentare i rispettivi gruppi nel governo, i due ministri sono la voce di Draghi all’interno dei loro stessi partiti. Messa così, è di tutta evidenza che quello di Di Maio è un vero e proprio avvertimento a Giuseppi a non tirare troppo la corda. Rischierebbe, infatti, di spezzarla. Vero è che Conte non ha detto nulla di particolarmente allarmante per Palazzo Chigi, essendosi limitato a generici appelli in favore della pace e della de-esclation del conflitto in Ucraina.
Il M5S in mezzo al guado
Ma è altrettanto vero che Draghi andrà in Parlamento proprio per ottenere un voto che lo rafforzi in vista del Consiglio europeo. E quel voto autorizza anche l’invio di nuove armi in Ucraina, cioè l’esatto contrario di quanto auspicato da Conte. Che farà, dunque, il M5S? Si distinguerà dal resto della maggioranza o vi si adeguerà? Tutto lascia pensare che l’opzione più realistica sia la seconda. E per un motivo molto semplice: la maggioranza delle truppe pentastellate è restia a qualsiasi ipotesi in grado di accorciare la vita del governo Draghi e quindi della legislatura. Uno strappo di Conte difficilmente troverebbe proseliti nei gruppi parlamentari. Di Maio lo ha avvertito anche per questo.