Borrè stoppa Grillo: “Non spetta a lui decidere sui due mandati, non ha voce in capitolo”
L’avvocato Lorenzo Borrè, spina nel fianco dei vertici Cinque Stelle e legale degli espulsi grillini torna a ricordare al fondatore dell’M5S il perimetro del Codice etico e dello Statuto.
“Siamo in un momento caotico, strano. Tra 15 giorni – aveva detto stamattina Grillo – potremmo essere morti. Non lo so ma so che i nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l’interpretazione della politica in un altro modo, sono l’antibiotico di una politica intesa come servizio civile. Sia io che Casaleggio, quando abbiamo fondato il Movimento e fatto queste regole, le abbiamo fatte per metterci in gioco, non per avere dei titoli, degli incarichi, fare 2-3-4 mandati… abbiamo l’esperienza e allora andiamo avanti”.
“Come sappiamo tutti, non spetta a Grillo decidere sul significato di due ‘mandati elettivi‘. Beppe non ha voce in capitolo“, replica, con un post su Facebook l’avvocato dei ricorsi contro il M5s commentando quello che definisce il “discorsetto” di Grillo.
“Perché allora il discorsetto con sottofondo di cicale? Era il frinire delle cicale il vero messaggio subliminale?!” scrive ancora Borrè secondo il quale “maggior coerenza avrebbe portato a una più opportuna laconicità: ‘Signore e signori, è finita. Chiudiamo qui“.
Borrè fa riferimento al Codice etico del M5s nella parte relativa agli obblighi per i soggetti candidati in competizioni elettorali.
Il codice obbliga “a non presentare la propria candidatura per una carica elettiva, qualora siano già stati esperiti dall’iscritto due mandati elettivi così come definiti in apposito Regolamento emanato ai sensi dell’art. 9 comma b) dello Statuto”.
E per Borrè decidere sulla portata dell’espressione due mandati spetta quindi non a Grillo ma bensì al Comitato di Garanzia. Che è composto da Virginia Raggi (3 mandati), Roberto Fico (2 mandati), e Laura Bottici (2 mandati). E sempre al Comitato di garanzia spetta emanare il regolamento con i requisiti per la candidatura.