Calenda snobba il Pd: noi nel campo largo non ci stiamo. Poi “chiama” la Carfagna: vieni con noi, FI non esiste più

22 Lug 2022 17:47 - di Francesco Severini
Calenda

Sono molti i presunti eredi di Draghi che vorrebbero fare campagna elettorale utilizzando il refrain della continuità con l’esecutivo dell’ex presidente della Bce. Tra questi sicuramente il Pd che mira a presentarsi al voto con un’alleanza fondata sulla paura del “pericolo sovranista e populista”. Ma con quali alleati? Letta, per ora, chiude le porte al M5S e a Italia Viva, che nel frattempo ha cambiato simbolo e ha adottato la R che sta per Riformisti. “Il possibile identikit del “campo” elettorale intorno al Pd – scrive Repubblica – vede dunque alla sua sinistra Articolo 1 e il cartello rosso-verde di Sinistra italiana e dei Verdi, alla sua destra Azione e +Europa, se ci staranno. Poi la nuova area liberal-ecologista alla quale stanno lavorando il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio”.

Calenda non vuole stare nel campo largo di Letta

Ma Calenda già si sfila. Non gli bastano le parole di Enrico Letta e Dario Franceschini. Parole definitive sui 5 Stelle? “Non lo credo – dice all’Huffington Post – Vedo toppi riferimenti vaghi a ‘alleanze che terranno conto anche del sistema elettorale’. Citazione da Letta”.

Calenda non si fida e spiega che preferisce le alleanze sui programmi. Azione – afferma – si riconosce nell’agenda Draghi . “Ma Sel, Orlando, Bonelli, Emiliano e compagnia anche?”. Ma parlare di Draghi senza Draghi in campo… “Sono d’accordo, per questo parleremo di agenda di un Fronte Repubblicano che non è limitata a quella di Draghi”.

Appello di Calenda a Mara Carfagna: vieni con noi

Calenda spera di attrarre i fuoriusciti da Forza Italia. Auspica l’arrivo di Maria Stella Gelmini e a Mara Carfagna lancia un appello: “Stiamo creando un grande fronte repubblicano. Hai fatto molto bene il Ministro per il mezzogiorno. Vieni a costruirlo con noi. Capisco la lealtà verso Forza Italia, ma quel partito non c’è più”.

Andrea Cangini aderisce ad Azione

Intanto aderisce ad Azione Andrea Cangini, anche lui uscito dal partito di Berlusconi perché non ha condiviso il non voto sulla fiducia a Draghi. “All’Italia serve una politica realista, competente, coraggiosa – dice Cangini – per questo, preso atto della demagogia dilagante, ho deciso di aderire ad Azione e aiutare Carlo Calenda a costruire un polo liberale che non si limiti a denunciare i problemi, ma sia anche capace di indicare soluzioni ragionevoli”.

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