Carfagna, lettera d’addio a Forza Italia sulla “Stampa”. “All’Italia serve un abito nuovo”

27 Lug 2022 10:03 - di Alberto Consoli
Carfagna

L’addio a FI è ufficiale. “Caro direttore, oggi lascerò il gruppo parlamentare di Forza Italia e mi iscriverò al Gruppo Misto”. Mara Carfagna con una lunga lettera aperta su La Stampa oggi in edicola lascia il partito.  Scrive di nutrire riconoscenza nei confronti di Silvio Berlusconi, “che mi ha dato l’opportunità di entrare in politica. E mi ha a lungo sostenuto nel mio impegno. Lo lascerò con stima per tanti colleghi che condividono il disagio di questo momento”. Come i colleghi azzurri che l’hanno preceduta, giudica un errore aver staccato la spina al governo Draghi insieme alla Lega e al M5s. «Il voto di sette giorni fa ha cancellato, insieme con il patto di salvezza nazionale garantito da Mario Draghi, l’imprinting moderato che il centrodestra aveva conservato per quasi un trentennio”.

Carfagna: “FI si è sottomessa all’agenda della destra sovranista”

Mara Carfagna analizza dal suo punto di vista cosa è accaduto in questa legislatura. “Dal voto sull’elezione di Ursula von der Leyen alla battaglia su vaccini e Green Pass: Forza Italia era stata ben attenta a distinguersi da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La revoca della fiducia al governo Draghi ha segnato una radicale inversione di marcia”. E quella che la ministra per il Sud definisce “una evidente sottomissione all’agenda della destra sovranista, che chiedeva di anticipare il voto per incassare subito una probabile vittoria”. Anche le prime mosse del centrodesta post-Draghinon le sono piaciute: “Le prime proposte elettorali su pensioni ed extra-deficit; nonché la grancassa dell’immigrazione che ricomincia a suonare, confermano una cifra demagogica che contraddice qualunque seria responsabilità di governo”.

“Ecco la politica che voglio difendere”

Torna sulle conseguenze che giudica catastrofiche dell’addio a Mario Draghi, che “sono oggi chiare a tutti: la destituzione del premier più ascoltato e prestigioso d’Europa; l’interruzione della “messa in sicurezza” del Paese, la fuga degli investitori (ne abbiamo ogni giorno notizia); l’immagine dell’Italia che torna instabile e inaffidabile”, scrive. Ribadendo la sua posizione che ha decretatp la fine dell’avventura in Forza Italia: “Tutto questo di sicuro non risponde alle aspettative di un elettorato moderato” che definisce  “stanco di avventure, di fuochi d’artificio dialettici e di una visione delle grandi emergenze italiane: l’invecchiamento della popolazione, l’immigrazione clandestina, il debito pubblico, le mancate riforme, il lavoro povero e il calo del potere d’acquisto delle famiglie”. Visione che secondo lei sono fondate “sulla propaganda anziché sul coraggio di affrontare i problemi e risolverli”.

Carfagna: “La politica di Draghi efficiente e pragmatica”

Mara Carfagna che sie era presa dei giorni di riflessione, plaude, pertanto, ai “successi” del governo Draghi. Di cui magnifica i risultati: “Ieri nel secondo Cdm, il ministro dell’Economia Daniele Franco ci ha illustrato la relazione sull’assestamento:  il documento che certifica lo stato del bilancio pubblico. Nei primi sei mesi dell’anno, nonostante la situazione internazionale, si è registrato un miglioramento rispetto alle previsioni: l’indebitamento per il 2022 al momento risulta inferiore di 0,8 punti di Pil rispetto alle stime. Sono 14,3 miliardi di maggiori entrate “guadagnati” dal Paese, che consentiranno di estendere a un numero maggiore di cittadini  aziende il nuovo decreto aiuti. Questa è la politica efficiente e pragmatica che personalmente voglio continuare a difendere”.

“L’Italia ha bisogno di un abito moderato”

Conclude così la sua lettera di addio: “Bisogna cominciare a guardare le cose con gli occhi di oggi e di domani, non con quelli di ieri. Tutto è cambiato, le “casacche” che indossavamo – per usare una orribile espressione – non raccontano più la verità, non definiscono più i campi, anzi confondono le idee. Bisognerà cominciare a cucire un nuovo abito per l’Italia moderata, europeista, liberale, garantista, fedele al patto occidentale e alla parola data agli elettori”.

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