“Con la regola M5s dei due mandati anche la Raggi è fuori”: ecco perché l’ex sindaca non è candidabile
Salta anche Virginia Raggi nello stop alla deroga dei due mandati nel M5s. In ore concitate per il Movimento molti, tra i ‘veterani’, si chiedevano se anche l’ex sindaca di Roma rimanesse a bocca asciutta dopo il niet di Beppe Grillo. Il suo, infatti, è un caso particolare, ovvero “il combinato disposto del mandato che non si conta per i consiglieri comunali di opposizione e il passaggio da un ruolo ad un altro inaugurato per Giancarlo Cancelleri”, che ha lasciato la Regione Sicilia per andare a fare il sottosegretario, ‘deroga’ voluta per lui dall’ex capo politico Luigi Di Maio tra mille polemiche. Raggi, infatti, siede in Campidoglio -forte di tre mandati alle spalle- per correre alle elezioni politiche dovrebbe lasciare il suo posto.
Virgina Raggi è game over: non può essere candidata nel M5s
Ma l’ex prima cittadina, cara a Beppe Grillo, resterebbe fuori dalle prossime politiche. Ne è certo Lorenzo Borré, il legale che ha guidato tutte le cause contro i vertici del M5S, spuntandola il più delle volte. “Il ‘lodo Cancelleri’ – dice – non fa giurisprudenza, perché ha lasciato per un mandato non elettivo, è stato nominato”, come Giuseppe Conte nel ruolo di premier, per intenderci. Quanto ai due mandati, “Raggi ne ha fatti già tre – spiega Borré – se prendiamo per buono il ‘mandato zero’ votato nel luglio 2020 siamo a due mandati per l’ex sindaca”. Dunque game over.
Non solo. “La consultazione che sancì il cosiddetto mandato zero – dice ancora Borré all’Adnkronos – non è mai stato recepito dal codice etico, quindi, di fatto, prevale la cogenza del codice etico che preclude di candidarsi in Parlamento a chi ha rivestito due o più mandati da consigliere comunale. Questo vale tanto più per Raggi, che ha rivestito il ruolo di sindaco. Ricordiamo infatti che la regola del doppio mandato fu voluta da Grillo e Casaleggio proprio per evitare concentrazioni di potere”.