Covid, in Thailandia un gatto contagia il veterinario. Ilaria Capua: nessun allarme. Ecco perché

1 Lug 2022 8:55 - di Prisca Righetti
Covid gatto

Il Covid rialza la testa e sembra mettersi a «giocare a ping pong tra esseri umani e animali, e animali ed esseri umani». Ce lo conferma Ilaria Capua, in riferimento al caso degli scienziati thailandesi che ha fornito «la prima prova solida» di un contagio Covid trasmesso da gatto a uomo. Lo registra Nature, rilanciando uno studio pubblicato nelle scorse settimane su Emerging Infectious Diseases da un team della Prince of Songkla University di Hat Yai, nel sud della Thailandia. Gli esperti tengono comunque a precisare che si tratta di casi rari, in base a ricerche secondo cui i gatti infettati da Sars-CoV-2 liberano poco virus e per un tempo ridotto. L’invito, naturalmente, è a non abbandonare l’animale eventualmente contagiato, bensì a prendersene cura.

Covid, in Thailandia un gatto contagia un veterinario: l’intervista a Ilaria Capua

La scoperta è avvenuta per caso, spiega Sarunyou Chusri, ricercatore di malattie infettive e medico, coautore del lavoro. In agosto i sanitari hanno trasferito in un reparto di isolamento dell’ospedale della Prince of Songkla University un padre e un figlio risultati positivi al coronavirus pandemico. Anche il loro gatto, un soriano di 10 anni, dopo l’accertamento con un tampone è risultato positivo. Durante il test, il micio ha starnutito davanti a un veterinario che indossava mascherina e guanti, ma non una protezione per gli occhi. Tre giorni dopo il veterinario ha manifestato febbre, raffreddore e tosse. Successivamente è risultato positivo al Sars-CoV-2, ma nessuno dei suoi contatti stretti ha sviluppato Covid-19. Suggerendo, pertanto, che la fonte del suo contagio fosse il gatto. L’analisi genetica ha poi confermato che il veterinario era stato infettato dalla stessa variante che aveva contagiato l’animale e i suoi proprietari: le sequenze risultavano identiche.

«Non vi preoccupate: è altamente improbabile che vi prenderete il Covid-19 dal gatto di casa»

Un evento raro, specie se consideriamo la presenza di gatti domestici nel mondo – pari a circa 220 milioni di esemplari – e la sua proporzione con la diffusione dei contagi dal felino all’uomo. Eppure, il caso thailandese del passaggio del virus da un gatto a una veterinaria desta allarme. Una preoccupazione che, in un’intervista al Corriere della sera, la professoressa Ilaria Capua tende a ridimensionare, cominciando col rassicurare proprietari di gatti e veterinari. Per esempio dicendo: «Non vi preoccupate: è altamente improbabile che vi prenderete il Covid-19 dal gatto di casa. Non solo perché è un’evenienza molto rara. Ma perché è stato un caso di reverse spillover: il gatto ha preso il virus dall’homo sapiens e lo ha ritrasmesso con uno starnuto. Che i gatti potessero infettarsi lo sapevamo, perché anche i grossi felini, sia tigri che leoni, hanno preso il virus. Chiaro che se un felino si infetta e vi è intensa replicazione virale in corso ti puoi prendere l’infezione, soprattutto se dorme sul tuo cuscino».

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