Covid, la Gimbe: «La curva ci metterà parecchio a scendere». E accusa il «flop» della quarta dose
La crescita dei contagi da Covid in Italia rallenta, ma il calo della curva richiederà del tempo, anche per il «flop» della quarta dose. È la valutazione della Fondazione Gimbe sulla base dei dati dell’ultima settimana. Il monitoraggio del periodo tra il 6 e il 12 luglio, infatti, parla di 728.549 nuovi casi contro i 595.349 della settimana precedente, con un aumento su base nazionale del 22,4% in 7 giorni, a fronte del 55% della scorsa settimana. La Fondazione registra, invece, un netto aumento dei morti: +49,1%, che in termini assoluti sono 692 in 7 giorni rispetto ai 464 della scorsa settimana.
Ricoveri più che raddoppiati in reparto e terapia intensiva
Sul fronte dei ricoveri si registrano numeri più che raddoppiati sia per quanto riguarda i reparti ordinari sia per le terapie intensive. Inoltre, gli indicatori ospedalieri sono ancora in crescita: i ricoverati con sintomi sono 9.724 contro il dato precedente di 8.003, in salita del 21,5%; le terapie intensive sono 375 a fonte delle 323 passate, cresciute del 16,1%. In aumento del 24,2% anche i casi attualmente positivi (1.350.481, contro il dato precedente di 1.087.272) e le persone in isolamento domiciliare (1.340.382 contro 1.078.946). E se tutte le regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi, all’interno di una forbice amplissima che va dal 5,1% del Lazio al 51,1% della Valle d’Aosta, l’unico territorio a fare eccezione è la Lombardia, che segna un meno 6,2%.
La Fondazione Gimbe: «La discesa della curva dei contagi sarà lenta»
Gli esperti della Gimbe hanno sottolineato inoltre che il picco di questa ondata sostenuta da Omicron 5 è all’orizzonte, ma la discesa della curva potrebbe essere molto lenta. «È bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali», ha detto il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, lamentando che «le somministrazioni della quarta dose nelle persone più vulnerabili non sono mai decollate, un vero e proprio flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali».