David Rossi, dalla superperizia spunta il filmato di un’altra telecamera e lesioni incompatibili con la caduta
Spunta un secondo video di una telecamera che riprendeva l’ingresso della sede di Monte dei Paschi di Siena a Rocca Salimbeni il giorno del decesso del manager della Comunicazione David Rossi, trovato morto nel vicolo adiacente dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio al terzo piano.
Lo hanno scoperto i carabinieri, incaricati dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi di fare definitiva chiarezza sulla vicenda che presenta ancora molti punti oscuri, come dimostra la vicenda di questa telecamera.
Dunque non fu acquisito un solo video di una telecamera di videosorveglianza relativo alla sera in cui morì Rossi, come finora si è sempre ritenuto, ma in realtà fu acquisito anche l’altro.
La questione è emersa proprio nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei risultati della maxi perizia affidata dalla stessa Commissione ai reparti speciali dell’Arma dei carabinieri e a un collegio medico legale.
Il video riguarda l’uscita della sede Mps da piazza Badia, registrato alle 20.01 della sera in cui è deceduto Rossi. E “individua due soggetti che escono“, ha spiegato il presidente della Commissione Pierantonio Zanettin.
Il video è stato “trasmesso subito alla Procura di Genova perché – ha spiegato Zanettin – contrasta con tutti gli atti processuali in cui si era stato detto che era stato raccolto un unico video sui momenti antecedenti o successivi alla caduta di Rossi, quello della telecamera 6. In realtà è stato raccolto anche un video della telecamera 8”.
“Resta sorprendente che questo video, pure acquisito poi sia stato cancellato perché fino a oggi tutti gli atti avevano escluso che fosse stato acquisito“, ha continuato il presidente della Commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi.
“Ringrazio l’Arma per il lavoro e la cura delle relazioni depositate – dice Walter Rizzetto, parlamentare FdI e componente della Commissione d’inchiesta. – Personalmente ritengo ci siano ancora molte cose si questa vicenda che non mi quadrano. Servono ancora ulteriori approfondimenti”.
In effetti, secondo i medici legali che, incaricati dalla Commissione, hanno lavorato alla nuova perizia fianco a fianco con i carabinieri, alcune lesioni non sono attribuibili alla caduta.
“Alcune lesività sul volto, sull’arto superiore destro e sinistro di Rossi non sono da noi fatte risalire al meccanismo di caduta, urto e proiezione del corpo al suolo”, rivela Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza“, durante la conferenza stampa.
Fineschi, insieme a Roberto Testi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl “Città di Torino” e ad Antonina Argo, ordinario di medicina legale presso l’Università degli studi di Palermo, ha firmato la perizia medico legale per la Commissione.
“La lesività in sede occipitale è attribuibile all’urto della testa contro il selciato” di David Rossi, ha spiegato Fineschi aggiungendo però la presenza di “alcune lesioni di incerta attribuzione sulla parte del braccio superiore e dell’avambraccio destro“.
Lesioni, ha sottolineato il docente, non tipicamente attribuibili all’urto di Rossi al suolo“.
Le lesività “non spiegabili con la caduta, soprattutto quelle al volto, sono retrodatabili” ma su quanto retrodatabili siano “dobbiamo essere grossolani perché non possiamo analizzarle microscopicamente. Non oltre le 12-24 ore rispetto all’evento che ha causato la morte“, ha sottolineato Fineschi.
Rispondendo a una domanda e a chi gli faceva notare che in banca, fino alle 18, Rossi non sia stato notato con le suddette ferite, Fineschi ha osservato: “Che siano autoinferte è abbastanza difficile, semmai di natura accidentale ma possiamo escludere siano autoinferte“.
Infine sulla ventina di minuti trascorsa tra la caduta e i soccorsi, l’esperto ha risposto: “Sono state tolte chance di sopravvivenza a Rossi nel lungo periodo in cui non è stato soccorso, i venti minuti in cui, sappiamo, non é stato soccorso da nessuno“.
Dalle perizie affidate dalla Commissione di inchiesta agli esperti dei reparti speciali dei Carabinieri e al collegio dei medici legali emergono “significativi sviluppi investigativi e le trasmetteremo alle procure competenti di Genova e Siena“, ha avvertito Zanettin, durante la conferenza stampa aggiungendo che “sono maturati ulteriori ipotesi, spunti investigativi, qualche gruppo ha già articolato richieste di istruttorie, ma i lavori della Commissione sono legati all’esito della legislatura e, se dovesse sciogliersi, anticipatamente sono sviluppi che affidiamo alle procure“.
“La Commissione si esprimerà con la relazione finale al termine dei lavori, relazione che sarà collegiale o a maggioranza”, ha precisato il presidente.
“Sono cose che gridiamo da anni e che finalmente oggi vengono confermate anche della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Rossi – dice, all’Adnkronos l’avvocato Carmelo Miceli, legale di Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi e della figlia di lei, Carolina Orlandi. – Adesso ancora una volta chiediamo quale procura spiegherà alla famiglia chi è stato ad aggredire David Rossi prima che volasse dalla finestra? La famiglia ha diritto o no a conoscere i nomi di questi aggressori?”.
Il legale elenca alcune delle tante stranezze emerse dalla maxi perizia affidata dalla stessa Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi ai reparti speciali dell’Arma dei carabinieri e a un collegio medico legale: “Lesioni al volto databili poco prima della caduta, quando Rossi si trovava comunque in banca, e non compatibili con essa. Lesioni alle braccia non riconducibili in nessun modo ad una precipitazione da suicidio, escoriazioni al polso sinistro perfettamente riconducibili a un’afferramento da parte di terzi e alla pressione violenta della cassa dell’orologio sul polso di Rossi”.