D’Incà lascia il M5S, Crippa verso l’addio. L’appello disperato di Conte: io e la lotta al Covid…
“Ho riflettuto molto in questi giorni sulle motivazioni e le conseguenze della caduta del Governo Draghi e non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio”. Lo scrive il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
D’Incà: irresponsabile la decisione di far cadere Draghi
“Avevo spiegato nelle sedi opportune e anche pubblicamente i rischi ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione a mio giudizio irresponsabile – afferma – che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino all’ultimo istante lavorando dall’interno del Movimento 5 Stelle, con la speranza che prevalesse una linea di ragionevolezza e con l’unico obiettivo di mettere in sicurezza il Paese, proseguire con le importanti riforme che abbiamo realizzato in questi mesi e ottenere le relative risorse economiche, grazie alla spinta del Movimento”.
Verso l’addio anche Davide Crippa
Un addio che era nell’aria, come quello del capogruppo uscente del M5S alla Camera Davide Crippa. Convinto anche lui che fuori dal governo Draghi per il M5S non c’è vita politica ma solo un ritorno allo strillonaggio delle origini. la vittoria di Grillo su Giuseppe Conte a proposito del doppio mandato ha già messo il Movimento su quella strada. Ed è certo ormai che il M5S si ritroverà a fare campagna elettorale con degli sconosciuti perché molti big saranno costretti a fare le valigie.
D’Incà: il M5S ha creato una frattura nel campo progressista
Avevo avvisato – dice ora D’Incà annunciando l’addio – “sul rischio di una inevitabile frattura a cui avremmo esposto il nascente campo progressista, dopo un lavoro che aveva coinvolto anche i territori da più di due anni fino alle ultime elezioni amministrative di giugno. Purtroppo hanno prevalso altre logiche e altri linguaggi che non possono appartenermi”.
D’Incà: lascio il movimento con dolore personale
“Dopo 12 anni – conclude – lascio il Movimento 5 Stelle con profondo rammarico e dolore personale, le nostre strade non sono più sovrapponibili, il solco che si è scavato in questi ultimi mesi non mi consente di proseguire in questa esperienza, per coerenza con le idee e con i valori che ho portato avanti a livello nazionale e locale e che intendo continuare a sostenere”.
Conte cerca di recuperare: io sono il premier che ha gestito la pandemia…
Si fa vivo anche Giuseppe Conte che tenta di arginare la valanga ricordando i suoi meriti da premier: “Serietà, responsabilità e coraggio per cambiare. Come quando abbiamo governato il Paese nel momento più difficile. Con chi non conta, per chi non ha voce”, scrive su Twitter il presidente del Movimento 5 stelle. Che poi, in un dichiarazione-appello video, aggiunge: “Io sono una persona seria e responsabile, sono lo stesso che ha affrontato il periodo più duro della pandemia, adottando misure per primo nel mondo occidentale. Sono quello – prosegue Conte – che ha portato in Italia 209 miliardi per il Pnrr, che ha elargito, per il mantenimento del tessuto imprenditoriale e sociale, 130 miliardi a famiglie e imprese. Con le nostre misure un milione di cittadini sono stati sottratti alla povertà”.