Draghi prova a fare il Berlusconi raccontando barzellette: “La sapete quella sui banchieri?”
E’ un Mario Draghi inedito, barzellettiere, spiritoso, quello che si è esibito alla cena di ieri sera con la stampa estera a Villa Aurelia. Nonostante la crisi imminente, il premier coglie l’assist della presidente dei cronisti stranieri tutta giocata sulla simpatia, in stile Berlusconi, facendo sorridere più e più volte la platea.
“Normalmente in queste occasioni spetta un discorso leggero e fuori schema – inizia Draghi- avete cominciato bene con un ex banchiere centrale. La conoscete la storia del trapianto di cuore? Vengono proposti due cuori a un paziente, uno di un giovane di 25 anni in splendide condizioni fisiche, l’altro è di un banchiere di 86 anni. Il paziente sceglie il secondo, perché mai? Chiedono i medici: perché non è mai stato usato, risponde il paziente”.
Draghi racconta balrzellette e cita i Maneskin per farsi coraggio
“Nei limiti del mio mandato – prosegue il premier seguendo il filo dell’ironia – farò tutto il necessario per essere utile a questa serata, sarò un nonno al servizio della stampa estera. Molti di voi nella prima fase del nostro governo hanno sostenuto come questo esecutivo abbia coinciso con un momento magico per l’Italia: la vittoria dei Maneskin, abbiamo vinto l’europeo di calcio, abbiamo ottenuto grandi risultati alle Olimpiadi e vinto il Nobel per la fisica. Da quel momento in poi , siamo andati avanti a gonfie vele: l’Italia non si è classificata a mondiali di calcio, vivo nel terrore che l’Accademia svedese ci ripensi e chiami Parisi per ritirargli il Nobel, l’Italia è arrivata sesta all’eurovision, Berrettini non ha partecipato a Wimbledon perche aveva il covid. Si è ironizzato su una mia foto al Museo del Prado, si e detto che c’è una mia reticenza nel comunicare – prosegue Draghi inarrestabile – la verità è che amo moltissimo stare al telefono. Anzi, la verità è molto più semplice: volevo un invito a cena. Ora contraccambierò, con molta, molta calma”.
La crisi e le giornate cruciali che lo aspettano
Il premier poi torna sui temi seri, dalla crisi energetica agli obiettivi del governo, dalla necessità di recidere la dipendenza dal gas russo agli sforzi fatti dagli italiani nell’accoglienza dei rifugiati ucraini. Quindi chiude il discorso tornando a giocare sull’ironia: dopo un bellissimo inciso sull’importanza della libertà di stampa, invita i cronisti della stampa estera a continuare ad essere “occhi e orecchie del mondo” sull’Italia. Un paese “che amate, ma questo non è un attenuante: gli innamorati sono molto più critici ed esigenti di chiunque altro. Vi auguro di continuare così, tra un cappuccino al sole e un aperitivo in piazza. Lo so, e’ un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo”, la chiusa accolta dagli applausi e dalle risate dei presenti.