Draghiani immaginari, la fantomatica “agenda” non esiste: è quella dettata dall’Europa
C’è una fantomatica “agenda di governo Draghi” che viene sventolata come bandiera da una sinistra che per nascondere il vuoto della propria se ne inventa una. Non si è ben capito cosa sia e la compagine delle vittime di Draghi ci si sono aggrappati come fanno le persone che sentono di affogare quando intravedono un appiglio utile ad un’ipotetica salvezza.
Dal Pd a Renzi a di Maio: si litigano le “spoglie” di Draghi
È chiara la linea che i cosiddetti democratici intenderanno seguire. Cavalcare le spoglie del banchiere per cercare di raccattare quei nostalgici draghiani, convinti di fargli credere che un Letta, un Di Maio e un Renzi qualunque rappresentino la continuità del Presidente uscente. E allora ecco che fra i tavoli delle feste dell’Unità,fra una porchetta e un “bella ciao”, girano volantini con impressa l’immagine di Draghi e la scritta “l’Italia è stata tradita,il Partito Democratico la difende, tu sei con noi?”. Ecco che la campagna elettorale della sinistra ha palesato il suo impianto.
Evocano l’agenda Draghi ma nessuno sa cosa sia
Giocare sulla divisione fra buoni (draghiani) e cattivi ( non draghiani). Una lotta fra guelfi e ghibellini nella speranza di riuscire a raccattare qualcosa di utile. Del resto si sa, quando non c’è uno straccio di programma si va a rubarlo altrove. Ma il problema è che nessuno sa cosa sia questa agenda e soprattutto se Draghi l’abbia scritta. Forse si intende una sorta di canovaccio dove sono annotati i punti su cui Draghi ha governato e intendeva governare nei rimanenti sei mesi.
L’Agenda Draghi non esiste: è quella dettata dall’Europa
La cosa surreale per non dire piuttosto patetica è che molti di questi punti sono stati contestati e in alcuni casi osteggiati da chi oggi li rivendica come proprio programma elettorale. C’è un dettaglio,non di poco conto, che sfugge ai nostalgici Dem, ovvero che questa Agenda Draghi non esiste. Non è un programma politico,bensì un elenco di compiti dettati soprattutto dall’Europa. Poi ci chiediamo se Draghi sarebbe felice di vedere la sua immagine campeggiare come trofeo sui volantini. È evidente che probabilmente non c’era volto migliore da far circolare tra le fila della sinistra. Difficile trovare un’immagine spendibile in questa che si preannuncia una campagna elettorale incentrata a consolare i nostalgici invece di convincere gli elettori con un programma credibile.
“Mai con…”: nel ‘campo largo’ non trovano una quadra
Del resto prima di essere credibile dovrebbe esistere un programma. E per esistere dovrebbe esserci chi lo pensa,lo discute,lo decide e lo presenta. Difficile traviare una quadra tra partiti il cui unico slogan è “mai con…”. “Letta che dice ..mai con Renzi” ,il quale dice «mai con Conte», che a sua volta avverte «mai con Calenda», che per non essere da meno intima «mai con Di Maio». Capite perché l’unica ancora di salvezza sia quella di millantare un’agenda inesistente?