Emanuele Filiberto si offende per la frase di Rampelli sui monarchici e controbatte: il duello corre su Fb
Si consuma sui social la singolare tenzone tra Emanuele Filiberto di Savoia e il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Il nipote dell’ultimo re d’Italia sarebbe rimasto molto male per l’utilizzo offensivo del termine monarchico indirizzato ad Antonio Tajani. Rispondendo a Repubblica, Rampelli aveva escluso che il Ppe potesse considerare Giorgia Meloni troppo di destra e a mo’ di battuta ha chiosato: “Ma il Ppe lo sa che Tajani era monarchico?”. Emanuele Filiberto scrive piccato a Rampelli su Facebook e dalla replica di Rampelli, si capisce che tra i due non corra buon sangue blu…
Questo il lungo post di Emanuele Filiberto di Savoia
«Leggo con rammarico le dichiarazioni dell’On. Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia nei confronti dell’On. Antonio Tajani.
Secondo l’On. Rampelli, l’aver nutrito sentimenti monarchici in gioventù – questo si lascia intuire al lettore – è sintomo di arretratezza culturale e politica.
Probabilmente l’On. Rampelli dimentica il progetto di Destra Nazionale tanto caro a Giorgio Almirante, riferimento ideale di Fratelli d’Italia, per l’allargamento dell’MSI ai monarchici, con il coinvolgimento di figure leggendarie come Gino Birindelli o Luigi Durand de la Penne. Tale iniziativa, in parte, naufragò.
Parlo del presente: credo che l’On. Rampelli debba puntare il dito contro almeno la metà dei parlamentari europei, perché – gli svelo un segreto – sono monarchici.
Quante sono le Monarchie in Europa? Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Lussemburgo, Spagna…posso continuare? Non posso citare il Regno Unito o la Città del Vaticano perché non fanno parte dell’Unione Europea.
Da italiano del 2022, ritengo che niente possa impedire di pensare che l’istituto monarchico offra maggiori garanzie democratiche rispetto a quello repubblicano. Esattamente come in Spagna, in Belgio o altrove vi sono cittadini che legittimamente pensano che l’istituto repubblicano sia preferibile a quello monarchico.
Allo stesso tempo, non credo che tutte le repubbliche siano come la Cina, Cuba, il Venezuela, la Corea del Nord, l’Iran, la Turchia, la Russia o la Bielorussia.
Chissà perché, però, dove vi è una Monarchia, in questo nostro tempo, è difficile che attecchiscano colonnelli, estremisti islamici e masanielli. È un dato di fatto.
Aggiungo per l’On. Tajani che l’essere cresciuto alla scuola della parola del grande Re Umberto II, di Edgardo Sogno di Sergio Boschiero, che hanno sempre parlato di libertà e di pace, può essere solo un vanto e a mio giudizio rappresenta la più grande garanzia di un’autentica vocazione democratica e liberale.
Sapeva l’On. Rampelli che anche Benedetto Croce, Carlo Emilio Gadda, Indro Montanelli, Marco Pannella e Eugenio Scalfari erano monarchici? Bisognerebbe aprire i propri orizzonti.
Credo che utilizzare espressioni e categorie storico-politiche, specie per chi ricopre importanti incarichi parlamentari, debba comportare il collegamento tra cervello e lingua. Altrimenti, non ci si può lamentare di chi agita – del tutto a sproposito – il pericolo nero come una clava».
La contro replica di Rampelli sui monarchici
«Mi sembra strano, il presidente Tajani era addirittura monarchico».
Questa la mia risposta alla domanda: «Il Ppe considera Giorgia Meloni troppo di destra e sta lavorando per Tajani a Palazzo Chigi…». Da cui Repubblica ha tratto il titolo.
Carissimo Emanuele Filiberto,
conosco la storia della destra italiana e delle sue alleanze con il partito monarchico, fin dal Msi, e per questo ho evidenziato che
– volendo indicare un premier meno di destra – Tajani non mi pareva la persona giusta. Proprio per le strette relazioni che intercorsero con quella destra storica e reietta collocata perfino fuori dall’arco costituzionale.
Conosco le illustri personalità italiane che hanno abbracciato l’idea monarchica e conosco a perfezione le nazioni europee governate da monarchie. Soprattutto quest’ultimo elemento mi ha indotto a suggerire a Repubblica di non enfatizzare la mia amichevole battuta, per evitare una sua gaffe continentale. Ma il quotidiano diretto da Molinari ha voluto perfino dedicargli il titolo e farla diventare un possibile elemento polemico verso l’amico Tajani.
Io non ci trovo nulla di male a essere, essere stati o tuttora sentirsi monarchici, pur essendo convintamente repubblicano. Non vedo quale sia il problema e nego ogni sillogismo tra monarchia e dittatura.
Altrettanto difficile, almeno qui in Italia, affrancare la storia del Partito Monarchico dalla destra. Se il Ppe, che non ha alcun titolo a interferire nelle scelte del popolo italiano, vuole proprio cercare un capo di governo alternativo a Giorgia Meloni e meno di destra, cercasse meglio. Questo era il senso.
Dunque sulla lingua e il cervello temo che il suo pulpito, anzi il suo mancato trono, sia il luogo peggiore per dispensare prediche. Provi lei a metterli in sintonia concentrandosi di più, la prossima volta, nella lettura del pezzo e meno su quella del titolo (che notoriamente non fanno gli intervistati).
La contro contro replica del principe
Egregio Onorevole, grazie della Sua risposta e delle Sue opportune precisazioni.
Peccato per la Sua frase finale che, con una caduta di stile rispetto al contenuto precedente, dimostra livore non nei miei confronti, di cui sinceramente non mi interessa molto, poiché, come membro della famiglia che ha fatto l’Italia, non credo di avere bisogno di lezioni di sovranismo, ma nei confronti dei monarchici, riaffermando il retaggio culturale che purtroppo alberga dietro a quella che avrebbe semplicemente potuto derubricare a un’infelice battuta.
Peccato.