Gas, la Germania teme la chiusura dei rubinetti russi. Il Cremlino blocca Nordstream dall’11 al 21 luglio

1 Lug 2022 19:24 - di Redazione

Continua il ricatto di Mosca sulle forniture del gas all’Europa.  A metà giugno, poco prima del viaggio ufficiale in Ucraina di Scholz, Draghi e  Macron a Kiev, la Russia tagliava il 40% di quelle che arrivano alla Ue attraverso il gasdotto Nordstream1. Ieri il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha annunciato pubblicamente la paura che i flussi potrebbero essere strozzati del tutto a partire dal prossimo 11 luglio. “Rischiamo un blocco totale di Nordstream 1”, ha detto. Un timore confermato appena un giorno dopo dal colosso russo Gazprom. Che ha comunicato che dall’11 al 21 luglio i rubinetti della resteranno chiusi “per riparazioni”.

Gazprom, ora la Germania teme il blocco totale di forniture

Naturalmente le motivazioni ufficiali del Cremlino parlano di problemi tecnici. Emersi – viene detto – per la mancanza di una turbina canadese. Difficile credergli. E infatti la Germania non lo ga.. “Il metodo che abbiamo già visto in opera ci fa pensare che non sarebbe del tutto sorprendente. Se poi a Mosca si trovasse una scusa per dire che non si può più riavviare”.  Habeck ha sottolineato che la situazione diplomatica è molto tesa cercando di preparare i tedeschi a un inverno difficile. Per evitare la sollevazione popolare il governo tedesco deve aumentare le riserve di gas (al momento al 60 per cento del fabbisogno). Ma l’obiettivo del 90% appare molto difficile da raggiungere.

Mosca conferma lo stop di Nordstream dall’11 al 21 luglio

Stato di allerta anche per il metano, per il quale la Germania conta su Norvegia, Paesi Bassi o Algeria. Non a caso ha accelerato la costruzione di due rigassificatori nel Mare del Nord. Secondo un recente studio dell’istituto economico Zew un razionamento del gas colpirebbe soprattutto l’industria della lavorazione dei metalli, quella chimica e le fabbriche della carta.  Intanto è finito nel mirino Uniper, il maggiore  distributore di metano. Che ha chiesto gli aiuti di Stato per fronteggiare la crisi dovuta “all’impennata dei prezzi. E, soprattutto, alle forniture ridotte dalla Russia dall’inizio della guerra l’Ucraina. Dal 16 giugno il colosso di Duesseldorf ha subito un taglio delle forniture dalla Russia del 40%.

Crescono i malumori nelle acciaierie dell’est

Secondo il numero uno di Uniper, Klaus-Dieter Maubach, il governo di Berlino sta esplorando due strade. La prima prevede crediti garantiti dallo Stato, la seconda l’acquisizione da parte del governo di una quota di Uniper. Che oggi è controllato a maggioranza dall’azienda energetica finlandese Fortum. Da quando è stato attivato il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, compreso l’embargo del petrolio, sono aumentate le proteste nelle raffinerie della vecchia Germania est. Mercoledì sera centinaia di cittadini e dipendenti della Pck di Schwedt hanno accolto il ministro con fischi e proteste. Vogliono rassicurazioni sulla riconversione del sito e sulla tutela dei posto del lavoro. E il ministro ha promesso aiuti finanziari, pur difendendo le sanzioni contro Mosca.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *