Gismondo: “Finiamola di gettare panico su quarta dose e West Nile. La gente non ne può più”
Basta. Che nessuno provi a seminare terrore anche sul West Nile. La virologa Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica al Sacco di Milano non me può più di allarmismi buoni solo a seminare il panico: “Con il Covid, per ogni variante di Sars-CoV-2 che spunta, prima ancora di conoscerla scatta il panico. Si è cercato di diffonderlo anche con le epatiti a eziologia sconosciuta, e non ci si è riusciti. Si è provato a scatenarlo poi con il vaiolo delle scimmie, che però pare non faccia morire nessuno. E adesso la West Nile. Spero davvero non si voglia strumentalizzare un’infezione che conosciamo ormai da tempo. Che si è insediata nel bacino del Mediterraneo da almeno 30 anni e che sì, in pochi casi provoca una patologia seria, un’encefalite, ma che non rappresenta assolutamente una novità né un motivo di allarme”. Così all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo lancia una critica spietata. Basta terrorismo a tutti i costi, è il messaggio dell’esperta.
Gismondo: basta seminare panico sul West Nile
La Gismondo è da sempre una voce equilibrata. Non si è mai nascosta quando si è trattato di criticare le scelte del governo, andando contro il mainstrem corrente ma sempre da un’ottica puramente scientifica. Per questo si è guadagnata un credito molto ampio da buona parte dell’opinione pubblica. L’attenzione va bene, ma in tema di West Nile invita alla calma ed ad usare bene le parole. Per esempio le parole all’Adnkronos Salute del virologo Fabrizio Pregliasco, docente UniMi e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, sono rassicuranti a metà. Il che è pericoloso. Pregliasco rassicura: “Non ci sono motivi di allarme”. Ma quando aggiunge: “Ma sono importanti un monitoraggio in ottica One Health, che combina l’attenzione alla salute dell’uomo con quella alla salute veterinaria, e le azioni di bonifica”, uno si insospettisce.
Gismondo: “La quarta dose non decolla perché la gente è stanca”
Si tratta di metodo, di misurare le parole. Per esempio, prendiamo il can can che il Ministero della Salute sta facendo sulla quarta dose: prima agli ultraottentenni fragili, poi agli over 60 e ancora consigliata agli over 50. Insomma. “Le quarte dosi di vaccino anti-Covid non decollano perché la gente è stanca. Da un lato nota che anche moltissimi anziani, in caso di contagio, in questa fase hanno delle forme assolutamente asintomatiche o paucisintomatiche. Quindi questa necessità del secondo booster adesso la gente non la sente. E poi le persone vogliono aspettare un vaccino nuovo, per fare in autunno una vaccinazione coerente con il virus circolante”. Il vaccino è fondamentale, ma aspettare l’autunno è una scelta più che realistica, sostiene.
Zangrillo: “Paranoia ossessiva”
Le sue parole fanno seguito a uno sfogo su Covid e tamponi di Alberto Zangrillo. Il prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano aveva postato su Twitter uno screenshot di una notizia online. Notizia che riassume un tema molto discusso in questi giorni in cui il Paese è alle prese con un’ondata estiva di contagi sostenuta da sottovarianti Omicron altamente trasmissibili, come Omicron 5: “Covid, ho i sintomi ma il tampone è negativo: perché?”, questo il titolo. Zangrillo non ha dubbi nella risposta, bollando il dibattito con due parole: “Paranoia ossessiva”. Interpellato dall’Adnkronos Salute, chiarisce ulteriormente il senso del messaggio: “Bisogna piantarla di parlare di Covid – conclude – e ripristinare al più presto le regole del buon senso”.