Grano, la fake news degli speculatori contro gli agricoltori italiani: vendete subito perché il Canada…
Parte l’attacco degli speculatori contro il grano italiano con una fake news che, quando ancora mancano 4 mesi alla trebbiatura in Canada, fa girare “ad arte” la notizia di presunte stime abbondanti sul prossimo raccolto nel paese nordamericano notoriamente in guerra commerciale con l’Italia e con la Ue. Che ha limitato l’importazione di frumento per tutelare il prodotto tricolore e la sua qualità, coltivata senza il pericoloso glifosato irrorato direttamente sulle spighe. Pratica assolutamente vietata in Italia.
Ruggini di vecchia data, risalgono a quando fu deciso che il prodotto marchiato “pasta italiana” può essere fatto solo con grano italiano. E non quindi con grano canadese.
Una decisione che mandò su tutte le furie il paese nordamericano da cui provenivano grandi quantità di grano esportato in Italia.
Ci furono minacce di vario genere ma il Canada non riuscì a imporsi. E ora arriva l’attacco della finanza speculativa. Che è riuscita, mettendo in giro le voci della superproduzione di grano canadese rispetto a quello italiano flagellato dalla siccità e quindi scarso ma, comunque, di ottima qualità, a far crollare il prezzo.
“Il crollo di 45 euro a tonnellata del grano duro alla Borsa merci di Bari rischia di mettere in ginocchio gli agricoltori, già vittime dei folli aumenti dei costi di produzione e della siccità – lancia l’allarme Cia-Agricoltori Italiani per il forte ribasso delle quotazioni, condizionate dagli effetti speculativi della finanza internazionale che ha portato il prezzo da 565 euro a tonnellata alle attuali 520, nell’arco di una sola settimana. – Il pesante deprezzamento va contro ogni logica, in un momento di stallo del mercato cerealicolo dopo il conflitto ucraino e con il prezzo della pasta aumentato del 17% (il frumento duro ne è il principale ingrediente)”.
L’indice dei future sul grano duro alla Borsa di Chicago è, infatti, schizzato dopo le notizie – fatte girare “ad arte”- di presunte stime abbondanti sul prossimo raccolto in Canada.
Secondo Cia, tali stime, molto affrettate (la trebbiatura in Nord America si effettua fra tre/quattro mesi), vengono pubblicizzate al solo scopo di indurre i cerealicoltori italiani a vendere subito, con la logica conseguenza del calo dei prezzi.
Le attuali quotazioni del grano duro sono ben lontane da quelle di qualche settimana fa e gli imprenditori agricoli ne reclamano, pertanto, il giusto prezzo, condizione essenziale per la copertura dei costi di produzione fortemente maggiorati.
Se il costo medio di produzione per un ettaro di grano duro si attestava, secondo Cia, sui 700 euro, oggi ne occorrono almeno 1200.
La gran parte di questi aumenti è da riversare sull’aumento del costo del carburante agricolo (schizzato a 1,60 euro al litro), per cui Cia lamenta nel Decreto Aiuti la mancata proroga del credito d’imposta.
A questo si aggiunge il calo della produzione, con rese che saranno inferiori di circa il 35 per cento alle medie degli ultimi anni, diretta conseguenza del prolungato periodo di siccità.
In queste condizioni, sarà difficile seminare nuovamente frumento duro in autunno, col risultato di una maggiore dipendenza di materie prime dall’estero e un danno alla filiera della pasta 100% Made in Italy.