Il M5S è ormai un’assemblea studentesca. E Conte è sempre più il supplente della sesta ora
Giorno dopo giorno, ora dopo ora, il M5S va biodegradandosi fino ad assumere le sembianze di un’assemblea permanente, rito molto noto agli studenti degli anni ’60 e ’70, spesso preludio di scioperi e okkupazioni. I grillini sembrano rinverdire quei vecchi fasti, tanto è vero che la riunione congiunta di deputati e senatori si è autoconvocata per le 14 di oggi. Più che un incontro politico, una seduta di autocoscienza collettiva. Ironie a parte, sotto il profilo politico lo psicodramma grillino sta rivelando tutta l’evanescenza della leadership di Giuseppe Conte. Non s’era mai visto un capo politico ricevere tante accuse di segno opposto.
Deputati e senatori torneranno a riunirsi alle 14
C’è chi lo descrive come assente e chi come troppo presente. Per alcuni lascia troppo fare, per altri è interessato solo a tessere la tela del proprio potere interno. Chi ha ragione? Probabilmente, la verità è nel mezzo. Nel senso che Conte ben merita entrambe le accuse. E proprio questa singolare circostanza esclude che, a prescindere da come finirà la vicenda della crisi di governo, possa essere lui il futuro leader di quel che resta dei 5Stelle. Due anni e più passati come premier a Palazzo Chigi più i circa 18 mesi trascorsi come azionista di maggioranza dell’unità nazionale, ne rendono improbabile la conversione in capo movimentista e di opposizione.
Non è Conte il leader grillino del futuro
Sarebbe un po’ come pretendere da una fabbrica di accendini di sfornare cannoni all’improvviso. C’è una catena di montaggio per tutto e quella di Conte non prevede la produzione di materiale bellico. Lui è piuttosto l’uomo della mediazione, del rinvio, del galleggiamento. Lo si potrebbe definire un democristiano che ha sbagliato parrocchia. Tanto più se si pensa che i 5Stelle stretti (si fa per dire) intorno a lui smaniano per rituffarsi nella sorgente delle origini. Operazione difficile per chiunque, addirittura proibitiva per Conte. Che farebbe invece un capolavoro se dopo aver estratto i residui grillini dalla cattività draghiana, ne affidasse la guida a Di Battista. Dopo tutto, traghettare è meglio che affondare.