Incendi, i carabinieri del Noe smentiscono Gualtieri: nessun elemento per parlare di regia criminale
I carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico, che si stanno occupando degli incendi nella Capitale assicurano che dalle indagini “non ci sono ad oggi elementi certi che possano far ipotizzare una regia criminale”, smentendo così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri il quale aveva tentato di sostenere che dietro alle fiamme vi fosse “una mano”.
“Gli incendi che in poco meno di un mese sono divampati nella Capitale (4 in 24 giorni, ndr) rappresentano sicuramente un allarme e stiamo indagando senza escludere alcuna ipotesi. Tuttavia – dice all’Adnkronos il maggiore Emanuele Tamorri, comandante del Noe carabinieri di Roma – non ci sono ad oggi elementi certi che possano far ipotizzare una regia criminale“.
La vicenda degli incendi della Capitale, dall’impianto di gestione dei rifiuti fino agli autodemolitori, hanno convinto il procuratore Lo Voi a convocare un tavolo al quale siederanno insieme proprio i carabinieri del Noe, della Forestale, i poliziotti, i vigili del fuoco, la protezione civile e gli agenti della Polizia Locale.
“Siamo partiti dall’incendio di Malagrotta, dove stiamo procedendo, e al momento non emergono significative evidenze in merito a una correlazione con i roghi di Casalotti, del Pineto e di Centocelle – spiega maggiore Emanuele Tamorri. – Stiamo indagando su vasta scala e in maniera approfondita, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Roma anche con riguardo alla possibile pista criminale. Proprio alla luce del fatto che sono in corso le indagini, e tenuto conto della riservatezza delle stesse, la Direzione Distrettuale Antimafia ha richiesto il massimo impegno e accuratezza degli accertamenti anche in relazione ad episodi che hanno riguardato, tra gli altri, gli impianti Tmb Salario e Tmb di Albano”.
“Sicuramente la situazione è molto seria – sottolinea il maggiore – e la filiera dei rifiuti è tra le più permeabili alle infiltrazioni mafiose, ma c’é un dato incontrovertibile: a Roma in passato ci sono stati episodi di corruzione tra politica e imprenditoria che hanno portato a una mala gestione delle criticità che affliggono la città. Nel Lazio coesistono sodalizi mafiosi e organizzazioni di tipo lobbistico-imprenditoriali che hanno da sempre il monopolio della gestione dei rifiuti. La dimostrazione è l’attività di indagine condotta dal Noe di Roma e che ha portato ad arrestare un imprenditore di Frosinone e un dirigente della Regione Lazio, proprio quello che dava l’autorizzazione agli impianti dei rifiuti”.
La Procura di Roma si appresta ad avviare verifiche sulle gestione del verde pubblico e sugli accumuli di rifiuti abbandonati nell’ambito delle indagini sugli incendi che hanno colpito la Capitale.
Gli accertamenti interesseranno innanzitutto le aree dove sono avvenuti i 4 maxi roghi delle ultime settimane.
Il caldo di queste settimane, con punte di 40 gradi, le tonnellate di spazzatura lasciate per strada dall’Ama e dall’amministrazione capitolina che non si è neanche preoccupata dello sfalcio del verde pubblico lasciato incolto a seccare hanno contribuito a rendere la città una vera e propria miccia per le fiamme.
Un mio amico ingegnere dei V. F. mi disse una volta che tutti gli incendi sono dolosi (per dolosi si intende appiccati apposta o lasciare qualcosa di acceso per distrazione) perché per l’autoignizione ci vorrebbero 300° e non 35° o 40°. Altrimenti nei paesi arabi, dove si arriva ai 50-55° ci sarebbe un incendio continuo.