La marijuana non è una droga leggera: può provocare disturbi psichiatrici permanenti
La marijuana non è più quella di una volta, lo segnala l’Istituto Europeo Dipendenze (IEUD), e gli elevati livelli di THC (principio attivo) disponibili nei prodotti a base di estratti e concentrati di cannabis stanno rendendo alcuni adolescenti altamente dipendenti e pericolosamente malati.
I prodotti odierni a base di cannabis molto diversi dalle canne di una volta
“Sappiamo sicuramente che esiste una relazione dose-dipendente tra THC e psicosi – dice Emanuele Bignamini, Consulente scientifico e Psichiatra dell’Istituto Europeo Dipendenze – e i sintomi psicotici possono includere allucinazioni in particolare di tipo uditivo (voci), difficoltà a distinguere tra fantasia e realtà, alterazioni del comportamento. La percezione che i prodotti che derivano dalla cannabis siano tutti relativamente sicuri è profondamente sbagliata e non tiene conto che l’alto contenuto di THC rende i prodotti di oggi molto diversi dalle canne fumate decenni fa. La “normalizzazione” del consumo di cannabis e la confidenza sviluppatasi in passato, genera oggi un drammatico equivoco che sta mettendo a rischio molti consumatori, in particolare i più giovani.”
I giovani prima dei 18 anni hanno alte probabilità di sviluppare una dipendenza
La marijuana non è pericolosa quanto altre droghe ma può avere effetti potenzialmente dannosi, specialmente per i ragazzi, il cui cervello è ancora in via di sviluppo. È peraltro accertato che i giovani hanno maggiori probabilità di sviluppare una dipendenza quando iniziano a usare marijuana prima dei 18 anni.
Fino alla fine degli anni ‘90, la concentrazione media di THC, la componente psicoattiva della marijuana, era di circa il 4% nell’ “erba” comunemente reperibile, per poi crescere stabilmente, attraverso ibridazioni di specie diverse di cannabis native, fino a raggiungere, cinque anni fa, un valore medio del 17%, con punte del 25% per la cosiddetta “skunk”.
Ora si consuma sotto forma di oli, cera e cristalli
Tuttavia, l’arrivo sul mercato degli estratti o concentrati di cannabis nel primo decennio del 2000 ha dato vita ad un nuovo segmento di mercato in rapida espansione, che è completamente legale in alcuni Paesi. I consumatori di questi prodotti (oli, cera, cristalli) sono particolarmente esigenti e l’elevata qualità e concentrazioni raggiunte sono assicurate dalle più avanzate tecnologie d’estrazione impiegate.
Lo Shatter (“pezzo, frammento”, detto anche Sap) e il Wax (“cera”, detto anche Crumble, Sugar, Honeycomb o Budder), sono le due tipologie di prodotti più note di questa nuova famiglia e possono raggiungere concentrazioni molto elevate di THC, che toccano anche il 90%.
Il THC, o altro cannabinoide, viene separato dagli altri composti essenziali dalla materia vegetale della cannabis attraverso l’utilizzo di solventi (un processo relativamente semplice ed economico) e il prodotto finale si presenta come una gelatina viscosa o come una cera di colore opalescente tipo caramella mou, oppure cristallizzato come un frammento di vetro.
Entrambi questi estratti possono essere assunti con il dabbing, una particolare tecnica di vaporizzazione piuttosto che riscaldati e aggiunti ad alcuni alimenti.
I disturbi più frequenti
Oltre alla sindrome da iperemesi da cannabinoidi, una condizione che provoca vomito ricorrente ed incontrollabile nei forti consumatori di marijuana e alla dipendenza, gli adolescenti che usano frequentemente dosi elevate di cannabis possono anche sperimentare psicosi che potrebbero portare a un disturbo psichiatrico permanente, una maggiore probabilità di sviluppare depressione e ideazione suicidaria, cambiamenti nell’anatomia e nella connettività del cervello e scarsa memoria.
Sul piano dell’esperienza del consumatore, ogni situazione va valutata con attenzione per riconoscere l’effettivo livello di rischio e il livello del legame di dipendenza. L’Istituto Europeo Dipendenze (a Milano e a Torino, oltre ad essere attivo online) consiglia un attento approfondimento di ogni situazione specifica ed offre una consultazione di esperti clinici in grado di fornire una seria valutazione dei rischi ed una eventuale protezione dalle conseguenze derivanti da un uso pericoloso di cannabinoidi.